Caffè di domenica 19 giugno 2022

Solennità del SS.mo Corpo e Sangue di Gesù.
di padre Andrea Maria Bello.

Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 19 giugno 2022.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9, 11b-17).

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

Oggi festeggiamo il dono dei doni, che è l’Eucaristia, e come diceva santa Elisabetta della Trinità: “Mi sembra che niente ci dica l’amore che è nel cuore di Dio più dell’Eucaristia. È l’unione consumata: è Lui in noi e noi in Lui”. Rifletto: questa unione, che possiamo a buon ragione definire una “unione sponsale” con Dio, scaturisce dall’ amore del suo Cuore che, unito al nostro cuore, genera un amore sempre nuovo, diverso. Tutto si gioca nella reciprocità di una libera accoglienza profondamente desiderata: Dio accolto dentro di me, e io accolto dentro di Lui! Questa unione consumata è il vertice dell’esperienza d’Amore! L’amore generato da questa unione è sempre nuovo, unico e irripetibile, perché ognuno di noi è diverso, unico e irripetibile.

Detto questo, cari amici, mi sembra che possiamo capire meglio che cosa Gesù intenda dirci oggi con le parole: “Date voi stessi da mangiare”, e cioè: “Imparate da me, che offro me stesso da mangiare!”, ed è appunto il dono dell’Eucaristia! Che dunque non è semplicemente come dire: “Prendete in considerazione la fame degli altri, siate attenti alle loro necessità e ai loro bisogni, e datevi da fare perché siano sfamati, andando a cercare fuori di voi qualcosa di buono da mettere sotto i loro denti”. Ma piuttosto: “Diventate voi stessi il cibo che nutre! Imparate ad offrire la vostra vita al Padre, perché la renda nutrimento per chi ne ha bisogno”.

Ma come è possibile? Anche perché i primi ad avere fame e ad essere nel bisogno, siamo proprio noi! È possibile solo nella misura in cui noi ci sfamiamo di Dio e della sua stessa vita! Sia adorandolo realmente presente nel mistero Eucaristico, sia nutrendoci del Corpo e del Sangue di Cristo che ci metabolizza dentro di sé e ci fa essere una cosa sola con Lui, nell’Amore del Padre e dello Spirito, rendendoci così suo cibo, suo amore, sua prossimità all’altro!

Preghiamo.
Dio Padre buono, che ci raduni in festosa assemblea
per celebrare il sacramento pasquale del Corpo e Sangue del tuo Figlio,
donaci il tuo Spirito,
perché nella partecipazione al sommo bene di tutta la Chiesa,
la nostra vita diventi un continuo rendimento di grazie,
espressione perfetta della lode che sale a te da tutto il creato.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.

Una buona e santa giornata a tutti.

padre Andrea Maria Bello
Comunità di Genova

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