Sabato della XIII settimana del Tempo Ordinario.
Memoria di santa Maria in sabato.
di fra Francesco Palmieri.
Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 2 luglio 2022.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9, 14-17).
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».
Per un contadino che ha la sua casetta, il suo orticello, la sua famigliola, per cui i ritmi sono sempre gli stessi, scanditi dal ciclo delle stagioni, dal lavoro nei campi, dai pasti presso il focolare, per uno insomma che è abituato a una routine semplice, ripetitiva e riservata, può addirittura essere una fonte di scocciatura dover mettere mano alla propria casa, ai propri averi, al proprio terreno per una loro ristrutturazione.
Per un semplice operaio che torna a casa stanco dal lavoro e che non vorrebbe altro che pace e riposo potrebbe risultare di intralcio, per esempio, avere in casa dei tecnici che si occupano di restaurargli il bagno o di mettere mano alle tubature di casa, perché tutto questo comporterebbe rumore, calcinacci, intonaco per terra, sporco da dover pulire, con l’incognita che il problema venga risolto o meno. In situazioni del genere una tentazione potrebbe essere quella di non mettere mai mano ai problemi della propria casa, per evitare sconvolgimenti del genere.
Forse è stato un po’ questo il sentimento dei farisei di fronte alla venuta di Gesù, il quale non ha fatto altro che mettere in discussione le piccole sicurezze che lungo i secoli si erano fossilizzate all’interno del popolo, per cui ormai le norme non erano più in vista di un rapporto d’amore con Dio, ma erano divenute fini a sé stesse.
Cristo invece bussa alla porta del cuore di ciascuno, e con i colpi della sua tenera mano ci fa notare le scricchiolature del nostro essere. Sta a noi – come a coloro che sono vissuti durante il suo ministero terreno – la scelta di aprire la porta del nostro cuore, di rinnovare la nostra vita per poter accogliere Lui, che è vino nuovo, fonte di vera gioia per la vita piena.
Preghiamo.
O Dio, che ci hai reso figli della luce con il tuo Spirito di adozione,
fa’ che non ricadiamo nelle tenebre dell’errore,
ma restiamo sempre luminosi nello splendore della verità.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.
Una buona e santa giornata a tutti.
fra Francesco Palmieri
Comunità di Arenzano (GE)

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