Caffè di mercoledì 20 luglio 2022

Mercoledì della XVI settimana del Tempo Ordinario.
Per i carmelitani: festa di S. Elia profeta.
di padre Lorenzo Galbiati.

Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 20 luglio 2022.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9, 28-36).

Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

Noi carmelitani oggi siamo in festa. Celebriamo Sant’Elia, profeta, ispiratore del Carmelo. I primi eremiti guardarono a lui, alla sua esperienza di profeta che vive alla presenza di Dio. Lo zelo, la passione per Dio è il suo tratto caratteristico; il fuoco è il simbolo con cui si identifica la sua missione. Nel Libro dei Re appare all’improvviso, un po’ come sul monte Tabor, durante la Trasfigurazione di Gesù, episodio che abbiamo letto nel vangelo proprio della festa. Elia ci prende per mano e ci accompagna sui monti, lì dove lui stesso ha incontrato Dio, ha ascoltato la Sua voce, si è lasciato conquistare il cuore dalla Sua presenza, ha visto Dio in azione. Sul monte Carmelo, Elia vince la sfida con i sacerdoti di Baal, sull’Oreb fa esperienza di quel Dio che parla attraverso “la voce di sottile silenzio”, sul Tabor ci insegna a non aver paura di guardare la vita dall’alto.

È un buon esercizio per noi cristiani. Sì, il Profeta Elia ci incoraggia a non aver paura di salire sul Monte. Da qui si può guardare la vita in tre modi.

Innanzitutto “dall’alto”: è necessario uno sguardo d’insieme. Dalla cima di un monte si può quasi abbracciare l’intero panorama che si presenta sotto i nostri occhi. Ciò che “a valle” sembra essere inutile o quasi banale, dall’alto assume un significato diverso. Quelle situazioni che noi vorremmo eliminare o evitare, in realtà sono passaggi decisivi per tenere insieme e gustare il panorama della nostra vita.

Guardare “oltre”. Dal monte, lo sguardo ha la capacità di superare ciò che ci è vicino, quasi in una corsa desidera raggiungere orizzonti lontani… chi sa vedere oltre, non perde la memoria di quanto Dio ha operato nella sua vita, affidandosi sempre e comunque alla Sua presenza provvidenziale, proprio come Sant’Elia.

Infine “vedere Gesù”. Sul monte il traguardo è Cristo, l’incontro con Lui, che da senso a tutto il cammino compiuto. È necessario saperlo riconoscere con noi anche quando ci avvolge la nube. Ma il Profeta Elia ci incoraggia a non aver paura delle diverse stagioni che formano l’esistenza umana: il vento della volontà o dell’incertezza che ci spinge qua e là; il terremoto che crea ferite profonde, il fuoco della passione e dell’ardore. Occorre avere fiducia e non perdere mai lo sguardo fisso su Gesù. La fiducia in Dio ci porta a fare esperienza del suo mostrarsi “nella voce di sottile silenzio”: un silenzio abitato dalla Sua presenza, che riempie il silenzio e il vuoto del nostro cuore.

Sant’Elia ci insegni a fidarci di Dio e della Sua Parola, lasciando che illumini i nostri passi per poter guardare “dall’alto”, guardare “oltre” e “vedere Gesù” che cammina con noi, abita in noi. Questo darà pienezza alle nostre giornate e alla nostra esistenza.

Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno,
che hai concesso al profeta Elia di vivere alla tua presenza
e di consumarsi per lo zelo della tua gloria,
dona ai tuoi servi di cercare sempre il tuo volto,
per essere nel mondo testimoni del tuo amore.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

Una buona e santa giornata a tutti.

padre Lorenzo Galbiati
Comunità di Loano (SV)

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