XXI settimana del Tempo Ordinario.
di padre Andrea Maria Bello.
Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 21 agosto 2022.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 13, 22-30).
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
Un tale tra la folla, uno sconosciuto, senza volto e senza nome, chiede a Gesù sul numero di quelli che si salvano, e Gesù gli risponde rivolgendosi a un “voi” generico, nel quale è difficile non sentirsi coinvolti. Gesù, come fa spesso, non risponde direttamente alla domanda dicendo quanti sono quelli che si salvano, se pochi o tanti, ma coglie al volo l’opportunità per dirci ciò che è veramente importante sapere, e cioè che la salvezza è una questione legata alla conoscenza, all’essere conosciuti o meno dentro una relazione effettiva ed affettiva con Dio, non costruita sulla base di regole o di cose semplicemente fatte insieme. Non si è salvati perché raccomandati. “Non so di dove siete” equivale a “non vi conosco, non so la vostra provenienza, la vostra origine!”.
È decisamente impattante detto da Colui che è l’origine di tutto ciò che esiste! Ma come possiamo mettere insieme l’esperienza di una relazione di conoscenza con lo sforzo di passare per una porta stretta? Che cosa è questa porta stretta che il padrone di casa poi si alzerà a chiudere lasciando fuori chi bussa perché non riconosciuto? Se ben ricordiamo, è proprio nel vangelo di Giovanni, al capitolo 10, che Gesù ci rivela essere Lui stesso quella porta, e mi sembra di capire che l’aggettivo stretta possa bene indicare il cuore della sua relazione con il Padre, di cui si è fatto obbediente “fino alla morte e a una morte di croce”, come ci ricorda San Paolo nel capitolo secondo della lettera ai Filippesi! Dunque “stretta” dice che, nella sua obbedienza amorosa per il Padre, Gesù ha vissuto abbassandosi per amore, e nell’amore si è donato totalmente fino a morire per noi sulla croce, si è fatto piccolo, si è umiliato, è venuto per servire!
Ebbene cari amici, entrare in una relazione autentica con Gesù e conoscerlo sempre più profondamente significa accettare di vivere secondo il suo stile, farsi piccoli e umili, mettersi totalmente al servizio della volontà del Padre! Questo è entrare per la porta stretta proprio come ha saputo fare Maria, come hanno saputo fare i Santi, e tanti altri fratelli e sorelle che non conosciamo e magari nemmeno immaginiamo, totalmente dimentichi di sé e della propria salvezza, unicamente dediti a crescere in una relazione di amore con Dio e con il prossimo!
Preghiamo.
O Padre, che inviti tutti gli uomini al banchetto pasquale della vita nuova,
concedi a noi di crescere nel tuo amore passando per la porta stretta della croce,
perché, uniti al sacrificio del tuo Figlio, gustiamo il frutto della libertà vera.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.
Una buona e santa giornata a tutti.
padre Andrea Maria Bello
Comunità di Genova

***
Ricevi ogni mattina il testo del Caffè sulla tua email:
***
Visita i nostri siti:
***
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.