di fra Claudio Grana
– Comunità di Bocca di Magra (SP) –
***
Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 23 dicembre 2022.
IV settimana del Tempo di Avvento.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1, 57-66).
In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Siamo ormai vicinissimi al Natale, e in questi giorni, dal 19 al 24 dicembre, la liturgia ci propone i primi capitoli del Vangelo di Luca, per farci ripercorrere gli eventi che precedono la nascita di Gesù. Vediamo intrecciati quasi in parallelo gli episodi legati a Giovanni Battista e i suoi genitori da una parte, e Gesù e Maria dall’altra. C’è l’annuncio dell’angelo a Zaccaria e l’annuncio a Maria; c’è il cantico di Zaccaria e il cantico di Maria; c’è la nascita con la circoncisione e l’imposizione del nome prima di Giovanni Battista, che abbiamo ascoltato oggi, e poi di Gesù, che ascolteremo la notte di Natale e nella sua “ottava”, a capodanno.
La prima cosa che colpisce è che tutti questi eventi si svolgono sulla terra ma sono guidati dal cielo, dalla “mano del Signore”, come abbiamo sentito nell’ultimo versetto. E allo stesso tempo vediamo, da parte dei protagonisti, l’obbedienza e la disponibilità al disegno di Dio. Ciò che Dio chiede, che l’angelo rivela, si compie tramite gli uomini e le donne che sono chiamati nella sua opera.
E noi, come ci poniamo di fronte all’agire di Dio che guida la storia di ieri e di oggi, che compie cose grandi con le anime piccole, che ci ha donato e ci dona sempre la presenza del suo Figlio in mezzo a noi? Prendiamo i quattro verbi che nel vangelo di oggi descrivono la reazione delle folle, e facciamoli nostri. Per prima cosa “si rallegravano”, e allora impariamo la gioia, impariamo a gioire per i doni di Dio. Poi il vangelo dice che “furono meravigliati”, e allora anche noi impariamo la meraviglia e lo stupore per la sapienza e la bellezza dell’agire di Dio. Poi abbiamo ascoltato che “furono presi da timore”, e allora anche noi impariamo il timore, cioè l’umiltà, il rispetto, l’ammirazione per la grandezza e la potenza di Dio. Infine, essi “udivano e custodivano in cuor loro”, e allora anche noi impariamo a stare attenti, a custodire nel cuore, a meditare gli eventi della vita alla luce di Dio, della sua Parola e del suo amore per noi.
Ecco il dono che può lasciarci il Natale: il Signore ci faccia davvero la grazia di accorgerci della sua azione nella nostra vita e nelle vicende del mondo, perché possiamo anche noi meditarla, provare umiltà, meraviglia e gioia. Davvero “la mano del Signore è con noi”: ecco il segreto e il tesoro della nostra vita cristiana!
Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno,
contemplando ormai vicina la nascita del tuo Figlio,
rivolgiamo a te la nostra preghiera:
ci soccorra nella nostra indegnità
il Verbo che si è fatto uomo
nascendo dalla Vergine Maria
e si è degnato di abitare in mezzo a noi.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.
Buona conclusione dell’Avvento e buon Natale.
***
Ricevi ogni mattina il testo del Caffè sulla tua email:
***
Visita i nostri siti:
***
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.