Caffè di giovedì 29 dicembre 2022

di padre Marco Chiesa
– Comunità di Roma – Casa generalizia –

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Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 29 dicembre 2022.

Ottava di Natale.

Testi utili per la Liturgia dell’Ottava di Natale:

Dal vangelo secondo Luca (2, 22-35).

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

Giuseppe non era il padre di sangue, non poteva riscattare Gesù, per cui si reca con Maria al Tempio per offrirlo a Dio… o, meglio, per riconsegnarlo a quel Padre celeste di cui lui ha accettato di essere l’ombra visibile qui in terra. Quel bimbo è il Figlio di Dio e mai, come in questa circostanza, il “renderlo sacro a Dio” ha una valenza tanto bella e importante. Il gesto umile e apparentemente anonimo di quei due sposi brilla misteriosamente di una luce divina particolare.

Ed ecco che un uomo giusto e pio viene guidato dallo Spirito a riconoscere quella luce e quell’avvenimento. In mezzo a tante famiglie e a tanti bambini, Simeone si accorge che il Messia tanto atteso è giunto davanti a lui: gli va incontro con gli occhi lucidi di commozione e lo prende tra le braccia, benedicendo Dio e cantando il suo inno di lode.

È difficile non commuoverci anche noi, di fronte a questa scena in cui lo Spirito Santo, sapiente artista, dipinge un quadro meraviglioso: infatti, chi si lascia guidare dal soffio divino, riconosce ciò che è sacro con naturalezza – fosse anche “un ago in un pagliaio” – e ne gioisce profondamente.

È proprio in queste belle parole del suo cantico – adottate dalla Chiesa per la preghiera di Compieta – che noi scorgiamo qualcosa dell’anima profonda di Simeone: un uomo che ha sperato con fiducia incrollabile nel suo Dio e che, di fronte all’avverarsi di questa promessa, ora vede la salvezza per tutti i popoli, e gusta la luce che si rivela alle genti. Non gli importa come si concretizzerà effettivamente questa salvezza, non si pone quelle domande, più che legittime dal punto di vista umano, che danno una sicurezza materiale… No, lui è un uomo dalla fede salda e gioiosa, e questo gli permette di vedere in una scintilla l’immenso fuoco d’amore che avvolgerà tutta la storia e tutti gli uomini. Per questo, Simeone ora si sente libero, sazio e felice, pronto a sciogliere ogni legame con questa terra… egli sperimenta già la salvezza e gusta finalmente l’eternità.

A Maria e Giuseppe non resta altro che raccogliere quelle parole luminose e gioire con lui delle immense opere di Dio, nonostante le difficoltà e il dolore che troveranno sul cammino.

Preghiamo.
Onnipotente e invisibile Dio,
che nella venuta del Cristo, vera luce,
hai vinto le tenebre del mondo,
volgiti a noi con sguardo sereno,
perché possiamo celebrare con lode unanime
la nascita gloriosa del tuo unico Figlio.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

Una buona e santa giornata a tutti voi!

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