Martedì della IV settimana di Pasqua.
di padre Marco Pesce.
Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 10 maggio 2022.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 10, 22-30).
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: “Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente”. Gesù rispose loro: “Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola”.
Tempo di Pasqua: è il tempo degli Atti degli apostoli, i quali cominciano a percorrere le strade del mondo per annunciare ai Giudei prima, ai pagani poi, che Gesù è davvero risorto dai morti!
È il tempo del libro dell’Apocalisse, nel quale scorrono le immagini di una liturgia celeste che celebra la vittoria dell’Agnello immolato.
È il tempo del Vangelo secondo Giovanni, quello che più degli altri spiega le parole di Gesù facendo riferimento alla sua morte e alla sua risurrezione. La Chiesa, offrendoci la lettura di questi libri, ci invita a rileggere la nostra vita di fede, ogni anno, ripartendo sempre dall’inizio: da quella tomba vuota, dalle apparizioni di Gesù a coloro che lui stesso aveva scelto, e anche ad altri. Da quel cuore ardente, come ai due discepoli di Emmaus, che ci fa sentire che non ci siamo sbagliati a dare fiducia a Gesù.
La fede: la chiamiamo virtù teologale, cioè una forza che ci è donata da Dio, dunque un dono, una grazia. Grazie alla fede, siamo in sintonia con Gesù e riconosciamo la sua voce, i suoi richiami ci dicono qualcosa, parlano alla nostra coscienza. Lasciamoci, oggi, consolare da Gesù che dice a ciascuno di noi: “Nessuno potrà strapparti dalla mia mano”. Se ci sentiamo assalire dalla rabbia, dall’orgoglio, dalla sensualità, dalla pigrizia, dallo sconforto, rispondiamo alla tentazione con il salmo: “Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla. Se dovessi camminare per una valle oscura non temerei alcun male, perché tu sei con me, Signore”. Ringraziamo, anche oggi, per il dono della fede!
Preghiamo.
Dio onnipotente, che ci dai la grazia di celebrare
il mistero della risurrezione del tuo Figlio,
concedi a noi di testimoniare con la vita
la gioia di essere salvati.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.
Una buona e santa giornata a tutti voi!
padre Marco Pesce
Comunità di Bouar – S. Elia (Rep. Centrafricana)

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2° incontro Amici del Caffè (27/29 maggio)
al Monastero Santa Croce di Bocca di Magra (SP)

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