Memoria di San Carlo Lwanga e compagni martiri dell’Uganda.
di Padre Andrea Frizzarin.
Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 3 giugno 2022.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 21, 15-19).
In quel tempo, quando [si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Il dialogo fra Gesù e Pietro può essere considerato il modello della nostra vita di fede e della nostra vita spirituale. Che cosa cerchiamo infatti dal Signore quando lo vogliamo incontrare, se non un dialogo e uno scambio di amore? Anche S. Teresa ce lo ricorda a proposito dell’orazione mentale: stare da solo a solo con colui da cui sappiamo di essere amati. Dopo aver mangiato (forse il momento intimo della comunione?) Gesù si rivolge a Pietro puntando al massimo: mi ami più di costoro?
Era proprio il sogno di Pietro: amare più di tutti; dare la vita per il maestro; essere il primo nella via dell’amore; lanciarsi con entusiasmo dietro a colui che ha parole di vita eterna. Sappiamo come è andata a finire: Pietro rinnegò Gesù, ma ora di fronte al Risorto non può cascarci nuovamente. Riconosce la propria umanità e il suo semplice voler bene.
È il cuore della fede: tu Signore sai tutto! Pietro si rimette nelle mani di Gesù e a lui si abbandona. Non so neanche se ti voglio bene, tu conosci il mio cuore; sono invece certo di questo: Tu Gesù mi vuoi bene e mi ami sopra ogni cosa. E questo triplice dialogo con te mi testimonia come il tuo amore supera le mie cadute e i miei tradimenti. Voglio provare a farmi trasformare dal tuo amore.
Gesù chiede a Pietro soltanto di lasciarsi amare perché è l’amore di Gesù che ci trasforma: quando sarai vecchio un altro ti vestirà e ti condurrà dove tu non vuoi… Pietro amerà il Signore più di tutto il resto glorificando Dio con la sua vita, ma è stato capace perché ha corrisposto al Signore che è il primo che ci ama più di ogni altra cosa.
Preghiamo.
O Dio, che nel sangue dei martiri hai posto il seme di nuovi cristiani,
concedi che il campo della tua Chiesa,
irrigato dal sangue di san Carlo Lwanga e dei suoi compagni,
produca una messe sempre più abbondante a gloria del tuo nome.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.
Buona giornata a tutti voi.
Padre Andrea Frizzarin
Comunità di Arenzano (GE)

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