Giovedì della XI settimana del Tempo Ordinario.
di padre Pierluigi Canobbio.
Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 16 giugno 2022.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 6, 7-15).
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Gesù insegna ai suoi discepoli a pregare, non con molte parole, ma con la consapevolezza filiale di essere ascoltati e benevolmente accolti, perciò con confidenza. Nel riconoscere il Padre, implicitamente riconosciamo di essere “figli” e siamo invitati ad abbandonare quel luogo centrale e accentratore, da “padreterno”, che il nostro io bambino tende a farci assumere senza che ce ne accorgiamo.
Questo sguardo ripiegato su noi stessi è invitato al cielo, in questo Vangelo nominato tre volte: l’invito è a liberarci dalle ossessioni della terra per alzare lo sguardo all’orizzonte delle realtà spirituali ed eterne. Come quando usciamo di casa per andare da qualche parte facciamo mente locale alla traiettoria e all’itinerario per arrivare alla meta, così nell’itinerario della nostra vita è importante che ci ricordiamo di essere diretti verso il cielo, il paradiso, la vita eterna, dove è il Padre con il Figlio e lo Spirito Santo.
Questo sguardo proteso in alto, nella pace Trinitaria, è la premessa per fare pace anche con noi stessi e con gli altri, oltre che con il creato. L’invito di Gesù è sempre quello di essere costruttori di pace, persone pacificate, non spente, ma promotori di riconciliazione e di perdono. Come è difficile perdonare, soprattutto se abbiamo ancora sulla pelle e nel cuore i segni di offese e di ingiustizie! Quanto è importante imparare la misericordia e il perdono che ci offre il Padre, soprattutto nel sacramento della confessione, per poter perdonare i debiti e le offese degli altri. Gesù lo spiega nella parabola del servo che doveva diecimila talenti e che supplicando riceve l’annullamento del debito, insieme all’impegno a fare altrettanto con gli altri servi come lui. Sappiamo però, purtroppo, come va a finire la vicenda… Perciò l’ultima invocazione è di essere liberati dal male e dal maligno.
Preghiamo.
Padre onnipotente, custodisci i tuoi figli nell’ascolto
e nell’amore per la Tua santa volontà, per costruire il Tuo regno;
donaci il Tuo perdono nel cammino della vita
per perdonare nel nome di Gesù, Tuo Figlio.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.
Una buona e santa giornata a tutti voi.
padre Pierluigi Canobbio
Comunità di Arenzano (GE)

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