Caffè di martedì 28 giugno 2022

Martedì della XIII settimana del Tempo Ordinario.
Memoria di S. Ireneo martire.
di padre Giustino Zoppi.

Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 28 giugno 2022.

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 8, 23-27).

In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».

«Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?». Oggi non crediamo più che Gesù possa entrare nelle cose naturali, negli eventi naturali della storia. Si fa fatica, perlomeno, a credere questo, se anche tra i teologi si dice che Dio lascia agire quelle che si chiamano “cause seconde”, cioè lascia che il mondo vada secondo le sue leggi, e quindi si crede che Dio non intervenga direttamente nelle cose che riguardano la natura, gli eventi naturali, e anche gli eventi storici.

Una volta non era così. Ora, ad esempio, noi siamo in un tempo di siccità. Quando c’era la siccità, cosa facevano i cristiani? Facevano processioni, pregavano nella messa, la famosa preghiera “pro pluvia”, si pregava chiedendo a Dio di intervenire proprio concretamente nella storia degli eventi atmosferici, e il Signore veramente interveniva, in misura della fede che c’era.

Oggi difficilmente si fa questo, non so se ci sia in Italia qualche diocesi in cui i vescovi hanno dato la direttiva di pregare per ottenere la pioggia, proprio perché tanti credono che il Signore, pur essendo all’origine di tutto, non si occupi direttamente di queste cose, ma invece lasci andare da sé l’ordine naturale delle cose. In questa maniera abbiamo per così dire legato il Signore alla sfera soprannaturale e spirituale, mentre questo brano evangelico ci dice che Gesù ha il potere -ed effettivamente lo fa- di intervenire nella storia concreta. Noi invece l’abbiamo per così dire “messo a dormire”, non perché dorma lui, ma perché l’abbiamo messo a dormire noi. Non abbiamo il coraggio o la disperazione dei discepoli che l’hanno svegliato: “Signore, aiutaci, perché noi periamo”.

Anche oggi, noi dobbiamo tornare ad avere questa fede. Gesù non è distante dalle cose concrete della vita, dalle cose materiali, e ha il potere di intervenire. Dobbiamo fare come hanno fatto tanti santi, che hanno ottenuto queste cose. Ricordiamo la sorella di san Benedetto che, nell’imminenza della morte, per trattenere il fratello che voleva ritornare in convento, ha pregato, e improvvisamente è venuto un acquazzone che non finiva più. Così il fratello non ha più potuto tornare al suo monastero, perché il Signore voleva che ci fosse questo colloquio, questo momento di intimità.

Torniamo dunque a credere che Gesù ci è vicino, anche in queste cose, e vedremo dei miracoli.

Preghiamo.
O Dio, che al santo vescovo Ireneo
hai dato la grazia di confermare la tua Chiesa
nella verità e nella pace,
fa’ che per sua intercessione, rinnovati nella fede e nell’amore,
cerchiamo sempre ciò che promuove l’unità e la concordia.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.

Una buona e santa giornata a tutti.

padre Giustino Zoppi
Comunità di Bocca di Magra (SP)

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