XIX settimana del Tempo Ordinario.
Memoria di Santa Chiara, vergine.
di padre Davide Sollami.
Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 11 agosto 2022.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,21-19,1)
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano.
Il perdono non è un calcolo matematico, ecco perché a Pietro i numeri non tornano. Il servo della parabola si illude di poter un giorno essere in grado di restituire quanto ricevuto dal suo padrone ma, uscendo dal paragone, chi di noi potrebbe mai pensare di poter restituire quanto ha ricevuto da Dio? Forse solo chi non si accorge dei doni e delle grazie divine. Abbiamo un debito con Dio Padre. Come estinguerlo? Impossibile da soli! Ce lo dicono le parabole della misericordia. L’unica soluzione è che ci venga abbuonato, che Dio ci congeda la grazia.
Quest’operazione è ad alto rischio anche per Dio. Infatti ha pagato un caro prezzo: la vita del suo stesso Figlio. Se le frasi celebri di Gesù come: “Perdonate e vi sarà perdonato” possono sembrare esortazioni o pura dottrina, ma le ultime parole di Gesù sulla croce: “Padre perdonali, perché non sanno quello che fanno” ci interpellano profondamente: il perdono di Dio è sempre compreso? E io “cosa ne faccio” del perdono che ricevo?
A volte il perdono, per quanto sia opera perfetta di Dio, non ci guarisce. Ce lo dice questa pagina del Vangelo. Il servo a cui fu condonato un grosso debito, approfitta della remissione del debito e anziché farne un dono a sua volta dimentica la misericordia. E ogni qual volta che sperperiamo questa Grazia, apriamo un nuovo debito che Dio solo, rinnovando il suo perdono, sana.
Leggere la parabola del perdono proprio il giorno di Santa Chiara ci riporta alla Porziuncola e ci ricorda il “perdono di Assisi”. San Francesco ottenne l’indulgenza da papa Onorio III e quel perdono, dal 1216 ad oggi, si rinnova ed è occasione condivisa per tutta l’umanità. Santa Chiara ci illumini, perché possiamo accogliere il perdono divino tanto da “assimilarlo” e donarlo a nostra volta, come segno della infinita misericordiosa Paternità.
Preghiamo.
O Dio, che nella tua misericordia
hai ispirato a santa Chiara l’amore per la povertà evangelica,
per sua intercessione concedi a noi
di seguire Cristo in povertà di spirito,
per contemplarti un giorno nel regno dei cieli.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
Una buona e santa giornata a tutti voi!
padre Davide Sollami
Comunità di Arenzano (GE)

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