Caffè di sabato 3 settembre 2022

XXII settimana del Tempo Ordinario.
Memoria di San gregorio Magno, papa e dottore della Chiesa
di fra Régis Temanda.

Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 3 settembre 2022.

Dal Vangelo secondo Luca (6, 1-5).

Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?». Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

Nella lingua che parlava Gesù, “figlio dell’uomo” era un modo per designare un membro della razza umana, cioè l’essere umano, o più semplicemente l’uomo. Il figlio dell’uomo signore del sabato, dunque, in un primo momento vuol dire che nel sabato l’elemento fondamentale, l’oggetto, è l’essere umano, l’uomo. Egli ne è la ragion d’essere. Ciò significa che l’osservanza del precetto del sabato perde significato, se si perde di vista il bene, la vita e la salvezza dell’uomo. Le prescrizioni giuridiche come quella del sabato vanno interpretate in funzione delle condizioni dell’essere umano, e non prescindendo da esse. Quando la legge non favorisce la soddisfazione dei bisogni vitali dell’uomo quali sono il nutrirsi, il curarsi, l’istruirsi… essa contraddice la sua funzione di serva dell’uomo. Il bene dell’uomo è la finalità della legge.

In secondo luogo, l’espressione “Figlio dell’uomo”, nelle visioni di rivelazione dell’Antico Testamento, è la designazione di un personaggio celeste: l’Uomo primordiale che doveva venire e che alla fine dei tempi riceverà da Dio il dominio su tutti i regni e popoli. “Figlio dell’uomo” diventa così il titolo preferito da Gesù per presentare sé stesso. In questo senso, il figlio dell’uomo che è Signore del sabato è Gesù. E’ a lui che il sabato rimanda, è lui che ne sa dare l’esatta interpretazione. Egli ha il dominio, la padronanza della giusta comprensione di esso. Mentre per i farisei ciò che importa è soltanto l’obbedienza alla legge, Gesù fa loro notare che bisogna collocare al centro l’uomo, e non l’osservanza in sé stessa, la legge per la legge. Ciò che è lecito, ciò che è permesso, non si misura indipendentemente dalla vita dell’uomo. Non si dà alcuna legge giusta, a prescindere dal bene dell’essere umano. La risposta di Gesù vuole stimolare i farisei, e anche noi, a riflettere sul vero senso e la vera finalità dell’obbedienza alla legge. Il sabato, così come tutta quanta la legge, non è fine a sé stesso, ma è un mezzo al servizio del “figlio dell’uomo” nel senso dell’essere umano, cioè della vita umana, e al servizio del “Figlio dell’uomo” per eccellenza che è Gesù nostro Signore.

Preghiamo.
O Dio, che guidi il tuo popolo con la soavità e la forza dell’amore,
per l’intercessione del papa san Gregorio Magno
dona spirito di sapienza a coloro che hai posto a guida della Chiesa,
perché il progresso del tuo santo gregge sia gioia eterna dei pastori.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.

Una buona e santa giornata a tutti.

fra Régis Temanda
Comunità di Genova

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