Caffè di domenica 4 settembre 2022

XXIII settimana del Tempo Ordinario.
di padre Federico Trinchero.

Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 4 settembre 2022.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14, 25-33).

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

Gesù, sembrerà forse strano, non ha mai troppo amato le folle. Ha fatto qualche eccezione per le moltiplicazioni dei pani, ma quando si trattava di seguirlo, di seguirlo per davvero, Gesù si fermava e si guardava indietro per osservare che gente c’era. Non per scoraggiare o scegliere i migliori, ma per ricordare dove si stava andando e in che modo bisognava camminare dietro di lui. Su questo, Gesù non ha mai né venduto illusioni né fatto sconti.

Le due brevi parabole potrebbero però ingannare. Seguire Gesù non è una questione di calcoli: quanti soldi ho per costruire una torre senza rischiare di restare alle fondamenta e farmi prendere in giro da tutti… o quanti soldati ho per iniziare una guerra senza rischiare un’umiliante sconfitta e accettare dure condizioni di pace.

No, è piuttosto una questione di amore, di amore vero, esigente, unico, totale per lui, e lui soltanto. E Gesù, senza troppi giri di parole, fa una lista di persone che chi vuole seguirlo non può amare più di lui: padre, madre, moglie, figli, fratelli, sorelle… Gesù non accetta concorrenti. L’elenco lascia senza fiato. È meglio sedersi.

Infatti, e paradossalmente, Gesù invita chi vuole seguirlo a sedersi, prima di mettersi in cammino con troppo entusiasmo e un po’ di ingenuità. Gesù non parla così per scoraggiarci o metterci il bastone tra le ruote, ma per indicarci l’unica strada per arrivare alla meta, l’unico modo per riuscire nell’impresa.

Qual è la strada? Qual è il modo? E’ forse avere i soldi necessari per costruire la torre, e arrivare in cima prima che gli altri possano ridere di noi? E’ forse avere almeno ventimila soldati più uno, per essere certi di sconfiggere il nemico e poter cantare vittoria?

Gesù chiede, se vogliamo essere suoi veri discepoli, di preferirlo alla nostra stessa vita, di prendere la nostra croce, di rinunciare a tutto, di non avere nulla che sia più importante di lui. Ecco la strada, ecco il modo per costruire la torre e vincere la battaglia.

Preghiamo.
(Dagli scritti di Santa Teresina)
Ora, non ho più alcun desiderio, se non quello di amare Gesù alla follia. 
È soltanto l’amore che mi attira.
Ora è solo l’abbandono che mi guida, io non ho assolutamente altra bussola!
Non posso più domandare niente con ardore,
se non il  compimento perfetto della volontà del Buon Dio
senza che le creature possano metterci ostacolo. 

Buona domenica a tutti!

padre Federico Trinchero
Comunità di Bangui (Rep. Centrafricana)

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