XXIII settimana del Tempo Ordinario.
Santa Teresa di Calcutta.
di fra Matteo Colzani.
Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 5 settembre 2022.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6, 6-11).
Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.
Gesù compie questo miracolo, cioè un segno che rivela la sua signoria e il significato della sua missione, in un contesto ben preciso, che non ci deve sfuggire. In un giorno di sabato, in una sinagoga mentre insegna, essendo egli un rabbi, un maestro. Con questo miracolo, dunque, Gesù ci insegna qualcosa, e lo fa con autorità. E l’insegnamento, valido per tutti, ha però dei destinatari particolari: gli scribi e i farisei, che avevano come unico interesse quello di trovare un capo d’accusa per toglierlo di mezzo. Gesù pone davanti ai suoi interlocutori la vera interpretazione del comandamento del sabato, giorno destinato al riposo e al culto di Dio. Esso non è una semplice prescrizione di doveri e divieti, ma significa adorare Dio nel realizzare pienamente il comandamento dell’amore a Lui e al prossimo.
Ciò però non è compreso dagli avversari di Gesù, semplicemente perché non erano minimamente disposti a comprendere il suo insegnamento e la sua autorità. E’ difficile per Dio entrare nel cuore dell’uomo quando questo è chiuso, con pregiudizio e nella superbia dei propri pensieri. Dio non vuole entrare nel nostro cuore se non attraverso l’amore, la forza della carità divina. Quanto ancora della nostra anima resta chiuso all’azione di Dio? Ci doni il Signore un cuore docile, perché possa essere abitato, guarito e salvato dalla sua Misericordia senza confini.
Preghiamo.
O Padre, che ci hai liberati dal peccato
e ci hai donato la dignità di figli adottivi,
guarda con benevolenza la tua famiglia,
perché a tutti i credenti in Cristo
sia data la vera libertà e l’eredità eterna.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.
Una buona e santa giornata a tutti!
fra Matteo Colzani
Comunità di Torino

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