Caffè di venerdì 9 settembre 2022

XXIII settimana del Tempo Ordinario
di padre Andrea Frizzarin.

Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 9 settembre 2022.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6, 39-42).

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

Il giorno di Natale dello scorso anno, è stato lanciato in orbita nello spazio un nuovissimo telescopio di ultima generazione chiamato Webb, che ha sostituito il suo precedente nominato Hubble. Possiamo dire che con questo nuovo strumento si è aperta una nuova era della conoscenza del cosmo, con fotografie bellissime, ricche di particolari fino ad ora sconosciuti: galassie, buchi neri, e dove si punta il telescopio si scoprono nuove stelle! Per la sua costruzione ci sono voluti anni di progettazione, migliaia di ingegneri e tecnici all’opera. E ben sei mesi prima di ricevere le prime immagini, il telescopio Webb si è dovuto calibrare facendo convergere le immagini dei suoi diciotto specchi: un lavoro meticoloso, diremmo da certosino, che ora sta dando numerose soddisfazioni agli scienziati e agli studiosi. Al tempo di Gesù, non c’era a disposizione la tecnologia dell’immagine e la risoluzione pixel che abbiamo oggi, ma l’esempio di guardare in profondità l’ha usato anche lui, per descrivere come si comporta l’uomo, che spesso guarda gli errori microscopici del suo prossimo, senza metterci la stessa cura e attenzione con le proprie imperfezioni. Il telescopio Webb, come si diceva prima, ha impiegato sei mesi di calibrazione, di lavoro su di sé, per essere in grado di vedere lontano con dovizia di particolari. Così è nella correzione fraterna: c’è da fare molto lavoro su sé stessi. Solo così, si avrà uno strumento “tarato” bene per aiutare il fratello che sbaglia. Gesù, portando l’esempio delle guide cieche e del maestro e discepolo, ha inoltre l’intenzione di “sgonfiare” le pretese di sapere tutto, e di sentirci esperti e maestri, soprattutto nella via della carità. Possiamo invece chiedere a Gesù, vero maestro in questa via di carità, di avere anche noi i suoi occhi misericordiosi, che guardano dentro ai cuori. Allora, rivolgendo i nostri occhi verso i nostri fratelli, non troveremo solo difetti e pagliuzze, ma anche tanto bene per cui lodare Dio, e camminare insieme nel Regno di Dio, ognuno con le proprie qualità.

Preghiamo.
O Padre, che ci hai liberati dal peccato
e ci hai donato la dignità di figli adottivi,
guarda con benevolenza la tua famiglia,

perché a tutti i credenti in Cristo
sia data la vera libertà e l’eredità eterna.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.

Buona giornata a tutti voi.

padre Andrea Frizzarin
Comunità di Arenzano (GE)

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