XXIV settimana del tempo ordinario.
Beata Maria di Gesù (Lopez de Rivas), carmelitana.
di padre Marco Pesce.
Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 11 settembre 2022.
Dal Vangelo secondo Luca (15, 1-32).
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Me lo immagino così, il Cielo: dall’impianto di diffusione sonora parte un segnale speciale, e tutti gli angeli e i beati si fermano: tutti riconoscono il motivo musicale – un “Exsultate iusti in Domino”, cioè “esultate, giusti, nel Signore” (il testo è sempre quello, ogni tanto cambia l’autore). Si annuncia una conversione: un’altra persona ha aperto, infine, l’anima all’amore di Dio! Il Paradiso esplode in ovazioni e cori da stadio. Il nome di quel fratello o di quella sorella corre sulla bocca di tutti: ora bisogna continuare a tifare per lui o per lei, perché comunque non è mica finita: il trionfo dell’ingresso nella vita eterna è ancora da venire.
Passatemi, cari amici del caffè carmelitano, queste immaginazioni… È allo stesso tempo bello e vertiginoso meditare sulla gioia della vita eterna. Come potremmo sognare una tale gioia solo per noi? O solo per i nostri cari? Dobbiamo sognarla per tutti, e soprattutto per quelli che vediamo lontani da Dio, quelli che ci fanno soffrire. È ciò che si capisce leggendo anche la terza parabola del Vangelo di oggi, quella del figliol prodigo (non l’ho letta qui per ragioni di spazio). Gesù parla del cuore di suo Padre: un Padre giusto e misericordioso, che ci ha creati per la vita e la gioia, e non gode certo di vederci precipitare all’Inferno, lontani da lui per sempre. Semmai, è tutto il contrario, sebbene, probabilmente, Dio non può soffrire… Ma in Gesù, lo sappiamo bene, ha sofferto una volta per tutte.
Ecco, il Tempo ordinario, in questa ventiquattresima domenica, ci porta dietro a Gesù, che percorre la terra annunciando il Vangelo. In questa domenica benedetta, Gesù ci raggiunge con la sua parola. Cerchiamo di tenerla a mente, cerchiamo di confrontare i sentimenti che ci suggerisce con quelli che ciascuno di noi ha, adesso, in questo momento della vita. Se avvertiamo la differenza tra noi stessi e Gesù, ringraziamolo di cuore! Il passaggio verso la conversione è aperto: gli angeli e i beati ci preparano una standing ovation…
Preghiamo.
O Padre, che in Cristo ci hai rivelato la tua misericordia senza limiti,
donaci di accogliere la grazia del perdono,
perché la Chiesa si rallegri insieme agli angeli e ai santi
per ogni peccatore che si converte.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.
Una buona e santa giornata a tutti voi!
padre Marco Pesce
Comunità di Bouar – S. Elia (Rep. Centrafricana)

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