Caffè di giovedì 6 ottobre 2022

XXVII settimana del Tempo Ordinario.
di padre Andrea Frizzarin.

Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 6 ottobre 2022.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11 ,5-13).

In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

Quando ci mettiamo a pregare, non sempre siamo esauditi. Quante pietre abbiamo ricevuto invece di pane! Lo sperimentiamo come dato di fatto, e allora ci può venire la tentazione di chiederci: “Perché pregare? Il Signore non mi ascolta. È inutile continuare. Tanto poi lui fa quello che vuole”. ALT! Fermi tutti! Questo è un falso ragionamento! E forse anche la prima parte del Vangelo di oggi ci può trarre in inganno, presentandoci il nostro amico (Gesù? Lui, che vuole esserci amico?) che dice proprio: “Non mi importunare!”. Ma come?

Il seguito però, con le affermazioni di Gesù – cercate, bussate, domandate – ci mostra invece il contrario, quasi che la prima parte sia volutamente una presentazione di contrasto con quello che Dio vuole da noi: cioè che lo importuniamo, che siamo invadenti con lui, senza timore. Bussa, bussa e ancora bussa. Lui è un vero Signore! Non ci costringe a nulla. Vuole che anche noi desideriamo, che lo preghiamo, che lo supplichiamo con tutti noi stessi. E a volte non ci esaudisce subito, perché sa che la cosa più importante è stare con lui, vicino a lui. Egli ci desidera, desidera la nostra amicizia. Vuole essere lui il dono più bello della preghiera, come questi tre pani, rimando forse eucaristico. E stando vicino a lui, la nostra preghiera e il nostro desiderio cambiano, si purificano, e gustiamo con gioia la dolce sua amicizia, frutto dello Spirito Santo.

Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno,
che esaudisci le preghiere del tuo popolo
oltre ogni desiderio e ogni merito,
effondi su di noi la tua misericordia:
perdona ciò che la coscienza teme
e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.

Buona giornata a tutti voi.

padre Andrea Frizzarin
Comunità di Arenzano (GE)

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