XXVII settimana del Tempo Ordinario.
di padre Lorenzo Galbiati.
Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 5 ottobre 2022.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11, 1-4).
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione».
Non c’è da meravigliarsi che esistano tante idee di Dio. Ci sono persone che hanno un’idea di Dio molto vicina alla mentalità greca, ovvero un Dio disincarnato, quasi assente, lontano, spettatore della vita degli uomini, che non ha a che fare con la quotidianità; tutt’al più può intervenire nel momento in cui la situazione è bloccata, irrisolvibile, per darne il lieto fine.
Ci sono altri che si comportano come se credessero in un Dio che può fare il bene e il male, un Dio quindi da tenere buono, un Dio con cui non è bene entrare troppo in relazione, anzi sarebbe meglio e salutare mantenere una certa distanza di sicurezza da lui.
Ci sono altre persone che hanno un’idea di Dio che richiama il “faraone” di biblica memoria: un Dio, perciò, che opprime il suo popolo con leggi che vanno a minare la sua libertà e la sua felicità.
C‘è, poi, chi crede nel “Dio della tradizione”, che si accontenterebbe della nostra sola presenza: non importa se ciò a cui si partecipa abbia la capacità o meno di cambiare la vita.
Infine, c’è chi è più propenso a un Dio “analgesico”, da frequentare, invocare e chiamare in causa solo quando le cose si mettono male. In fondo, se è Dio, dovrebbe stare attento a far andare tutto bene, altrimenti che Dio è?
Per noi discepoli, in cammino nella storia come pellegrini, è data la possibilità di chiamarlo “Padre”: una parola che rivela in ogni luogo e in ogni tempo che Dio non è un enigma incomprensibile che spaventa, non è un rivale alla libertà dell’uomo, non è un accessorio che può esserci come no, non è un Dio che si accontenta di una superficiale e distratta presenza.
La parola “Padre”, risuonata nel Vangelo di oggi, ci offre la possibilità di entrare in una personale e decisiva relazione con Dio, che vede le nostre necessità, se chiediamo dona, se lo cerchiamo si fa trovare, se bussiamo alla porta del suo cuore ci apre con amore.
Non c’è da meravigliarsi, allora, che esistano tante idee di Dio. C’è da desiderare, piuttosto, che la sua Parola e la sua Presenza abitino i nostri giorni, il nostro “quotidiano” di discepoli. Solo così, pellegrini in ogni luogo e in ogni tempo, porteremo la bella e necessaria notizia di Dio che è Padre, solo così la nostra vita dirà a chi noi, veramente, apparteniamo.
Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno,
che esaudisci le preghiere del tuo popolo
oltre ogni desiderio e ogni merito,
effondi su di noi la tua misericordia:
perdona ciò che la coscienza teme
e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare.
Per Cristo, nostro Signore. Amen
Buona giornata a tutti voi!
padre Lorenzo Galbiati
Comunità di Loano (SV)

***
Ricevi ogni mattina il testo del Caffè sulla tua email:
***
Visita i nostri siti:
***
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.