XXIX settimana del Tempo Ordinario.
Memoria di Sant’Ignazio di Antiochia, vescovo e martire.
di padre Andrea Frizzarin.
Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 17 ottobre 2022.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12, 13-21).
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Molte delle divisioni fra di noi sono causate da questioni di eredità. Non solo nelle famiglie, ma anche nella grande famiglia umana: ci combattiamo o litighiamo per avere un pezzo di terra o delle risorse importanti, vedi in questi mesi l’energia. C’è sempre chi se ne approfitta, magari con ingiustizia, e c’è sempre uno che subisce. Una di queste persone incontra Gesù, uno dei maestri di Israele, e gli chiede di fare da giudice, di riequilibrare le cose, di dire chi ha ragione e chi ha torto. Gesù non si lascia trascinare in queste questioni, non vuole fare da giudice, ma come sempre coglie l’occasione per dire qualcosa di più profondo: le ricchezze e i beni materiali possono essere un rischio.
Ci dice: fai attenzione che nel tuo cuore non ci sia cupidigia; non attaccare il tuo cuore alla sete di possesso, come se ti mancasse la terra sotto i piedi; la tua vita vale non tanto per quello che possiedi, o quello che indossi, ma quello che sei; guarda piuttosto al bene più grande della fraternità… a volte, per salvaguardare questo bene, anche se subisci un torto, è meglio abbandonare qualche ricchezza. La parabola ci ricorda che le ricchezze e i beni materiali non potremo portarli con noi, a differenza delle buone relazioni che abbiamo costruito nella nostra esistenza terrena.
Facciamo ancora un’ultima riflessione sui verbi utilizzati dall’uomo ricco: riposati, mangia, bevi, divertiti. Li possiamo legare a una vita di festini e gozzoviglie, ma se ci pensiamo bene sono tutte parole eucaristiche. Anche noi invitati al banchetto di Gesù possiamo riposarci, nutrirci del suo corpo, bere il suo sangue e vivere nella pace e nella gioia. Quasi a dire: se vivi davvero l’Eucaristia entri nella logica del dono e non ti manca nulla, anzi apprezzerai ancora di più le cose che ricevi da Dio e sarai capace di goderne e condividerle con i fratelli.
Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno,
che nella testimonianza dei santi martiri
edifichi il corpo mistico della tua Chiesa,
fa’ che la gloriosa passione,
che meritò a sant’Ignazio una corona immortale,
doni a noi protezione perenne.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.
Buona giornata e buona festa a tutti voi.
padre Andrea Frizzarin
Comunità di Arenzano (GE)

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