Caffè di mercoledì 19 ottobre 2022

XXIX settimana del Tempo Ordinario.
di padre Marco Chiesa.

Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 19 ottobre 2022.

Dal vangelo secondo Luca (12, 39-48).

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire” e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

“Ricordati che devi morire”: in passato, il “memento mori” si diceva e si scriveva spesso nelle chiese e negli ambienti religiosi. Questo monito non era assolutamente finalizzato a incutere paura, ma era un invito a non “montarsi la testa”, un invito intenso a riflettere sul senso e il valore della vita. Certamente, non tutti siamo vittime del delirio di onnipotenza, ma a tutti può capitare di sentirsi abbastanza al sicuro da non cogliere il sapore e la bellezza della vita e di quanto in essa ci è donato.

Ebbene, la parabola di oggi ci invita a riflettere sulla qualità della nostra vita, e non parlo dello standard materiale-economico della vita, ma di quella interiore, quella vera! Siamo consapevoli del valore della nostra esistenza? Ci curiamo di amministrarla bene? Come cristiani, dovremmo porre attenzione ed energie più nella cura di questa vita, che non dei beni materiali. Infatti, quando il “padrone di casa arriverà”, guarderà al nostro cuore e alla casa della nostra vita, vedendo se avremo “disposto e agito secondo la sua volontà”. Non ci chiederà la perfezione formale, ma un cuore caldo, attento e disponibile… E allora, sarà davvero “beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così”.

Il Signore verrà – ne siamo certi –, ma non ci è dato di sapere quando e, del resto, non è neppure importante saperlo: ciò che conta veramente e che dà la pace del cuore è la fiducia in lui, tanto da vivere ogni giorno e ogni momento nella sua volontà di amore. Certo, dobbiamo avere lo sguardo puntato al cielo, uno sguardo innamorato e fiducioso, ma anche i piedi ben piantati in terra. Chi non sa attendere con questo atteggiamento, o si lascia andare al divertimento sregolato (come il servo infedele), oppure cade nella disperazione: due atteggiamenti che, in verità, non fanno altro che spegnere il cuore, abbassare gli occhi e chiudere in sé stessi.

Sì, ci è stato affidato molto e ci verrà chiesto molto di più, ma l’abbraccio di Dio sarà il dono più bello e sicuro!

Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno,
donaci di orientare sempre a te la nostra volontà
e di servirti con cuore sincero.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.

Una buona e santa giornata a tutti voi!

padre Marco Chiesa
Comunità di Roma (Casa generalizia)

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