Caffè di giovedì 17 novembre 2022

di padre Stefano Molon
– Comunità di Baoro (Rep. Centrafricana) –

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Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 17 novembre 2022.

XXXIII settimana del Tempo Ordinario.
Memoria di Santa Elisabetta di Ungheria, religiosa.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 19, 41-44).  

In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».

San Luca nel Vangelo odierno ci presenta Gesù in cammino verso Gerusalemme, dove presto si compirà il suo mistero di passione, morte e risurrezione. Contemplando dall’alto il panorama della città, Gesù si commuove e scoppia in un pianto dirotto. Questo pianto del Signore sulla sua città è sconvolgente e ci lascia pensosi e turbati! Perché queste lacrime dell’Uomo-Dio? Esse rappresentano l’estremo appello profetico di Gesù alla conversione. Quella di Gesù è l’ultima “visita” del Signore al suo popolo, una venuta che potrebbe portare la pace e la salvezza definitiva, secondo le Scritture e i Profeti. Ma di fronte alla cecità e al rifiuto ostinato di Gerusalemme, a causa dei suoi rappresentanti, non resta che l’annuncio della rovina.

La redazione definitiva del testo di Luca può essere stata influenzata dagli avvenimenti storici del 70 d.C., culminati con l’assedio e la caduta della città di Gerusalemme e del tempio ad opera degli imperatori Vespasiano e Tito. La città è stata cieca e non ha compreso e afferrato l’occasione propizia: «quello che porta alla pace è stato nascosto ai tuoi occhi». Di fronte alla chiusura di cuori degli abitanti di Gerusalemme, Gesù non può fare nulla, perché è impotente di fronte al libero rifiuto dell’uomo. Non gli rimane che piangere!… Rifiutare Gesù è rifiutare la «visita» di Dio, l’occasione propizia che non bisogna lasciar passare invano.

Chiediamo di tutto cuore al Signore che cessino le guerre attualmente in corso in Ucraina e in tante parti del mondo e che i responsabili delle nazioni siano uomini coraggiosi e aperti ad accogliere la «visita» di Gesù Re della Pace, prima che sia troppo tardi. Almeno le lacrime dell’Emanuele ci convincano più del timore dei suoi castighi!

Preghiamo.
O Dio, che a santa Elisabetta hai dato la grazia
di riconoscere e onorare Cristo nei poveri,
concedi a noi, per sua intercessione,
di servire con instancabile carità
coloro che si trovano nella sofferenza e nel bisogno.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.

A tutti voi auguro una giornata in amicizia con Gesù e con il prossimo.

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