di padre Piergiorgio Ladone
– Comunità di Arenzano (GE) –
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Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 25 novembre 2022.
XXXIV settimana del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21, 29-33).
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».
Il breve passo del Vangelo di oggi, prosecuzione del capitolo 21 di Luca che stiamo leggendo in quest’ultima settimana dell’anno liturgico, ci proietta decisamente in uno dei temi principali del tempo forte dell’Avvento che inizierà domenica: essere vigilanti. In altre parole, significa essere svegli, pronti – attraverso gli accadimenti della vita dove tutto passa come i fiori di primavera – a cogliere la presenza di Dio, che in Cristo morto e risorto per noi ci ha dato una speranza che è sempre nuova: quella della vita eterna, possibile in Lui, con Lui e per Lui, già sin d’ora.
Per questo, occorre leggere nei segni premonitori della fine del mondo evocati da Luca – guerre, persecuzioni, terrore e morte – non tanto o non solo i segni cronologici di questa fine, comunque tremendi. Ma, dal momento che questi accadimenti drammatici sono da sempre presenti nella storia dell’umanità, eppure il mondo continua ad andare avanti, direi che è importante vedere in essi il segno di una fine iscritta già nella natura stessa dell’uomo, che è destinato a morire. Nel contempo, questo stesso segno della fine, della provvisorietà di ogni cosa, del fatto che tutto passa, ci permette già fin d’ora di fare l’esperienza che l’amore di Dio per noi è più forte della morte. Questo avviene però solo se lo vogliamo, cioè se siamo pronti ogni volta a non fermarci alle apparenze e alla casualità degli accadimenti, ma ad andare oltre, fidandoci della sua Parola che, essendo la Verità, ci permette di toccare con mano, nella nostra vita terrena che finisce, la sua vita che non termina mai.
Per scoprire quanto questa sua Parola sia vera, dobbiamo non stancarci di praticarla. È questo il mio augurio. Vi invito allora a custodire con gioia il messaggio di Gesù con cui si conclude il Vangelo di oggi: Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno mai! E come non richiamare infine alla mente, cantandole nel cuore, le parole della nostra santa madre Teresa, il suo “Nada te turbe”: Nulla ti turbi, nulla ti spaventi, tutto passa, Dio non cambia, solo Dio resta.
Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno,
che hai voluto ricapitolare tutte le cose
in Cristo tuo Figlio, Re dell’universo,
fa’ che ogni creatura, libera dalla schiavitù del peccato,
ti serva e ti lodi senza fine.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.
Una buona e santa giornata a tutti!
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