di padre Michele Goegan
– Comunità di Genova –
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Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 2 dicembre 2022.
I settimana del Tempo di Avvento.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9, 27-31).
In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.
Quando hai iniziato ad ascoltare questo caffè, di sicuro hai già aperto gli occhi a questo nuovo giorno che ti regala il Signore. E’ la prima cosa naturale e spontanea che fai sempre da una vita, tutte le mattine, ed è un dono grande. Puoi capire allora questi due poveri ciechi che lo fanno dopo tanti anni per la prima volta, e dall’entusiasmo non riescono a seguire le parole di Gesù. Non condanniamoli, ma guardiamoli con compassione e umana comprensione. Chi non ha uno dei cinque sensi sviluppa di più gli altri, e questi due uomini sentono di più la presenza di Gesù che passa, e intessono un dialogo con lui chiamandolo in modo biblico “Figlio di Davide”, quindi Re e Messia che sicuramente può tutto. Ma Gesù può tutto se noi collaboriamo, e in effetti chiede qualcosa che è importantissimo, la fede, ed evidentemente la trova e si compie il miracolo.
Mi piace qui ricordare quello che una signora mi dice quando deve chiedere qualcosa a Gesù: lei lo ringrazia subito per quello che le serve, così -dice lei- Gesù non può fare brutta figura e tirarsi indietro, visto che ha già ricevuto il “grazie”… Anche questa è una manifestazione di fede!
Gesù è la luce del mondo, ma se i nostri occhi sono chiusi come farà a guidarci? Mi vengono in mente molti quadri che rappresentano la natività, dove l’unica luce, la più bella che rischiara la scena notturna è proprio il piccolo Gesù nella mangiatoia, non sono fiaccole o fuochi, ma lui stesso, ed è veramente così. Ci prepariamo al Natale, che è una luce grande per noi, ma dobbiamo educare i nostri occhi e poi il nostro udito e tutti noi stessi ad accoglierlo. Natale è la festa della luce, e invece ci accontentiamo di tante lucine a intermittenza invece di quella vera che fa vedere chiaramente.
“Aprire gli occhi” è un’espressione per dire disilludersi, disingannarsi, ricredersi, scaltrirsi, svegliarsi, capire la realtà di una situazione. Il gesto di Gesù è fisico, questi uomini infatti non vedono le cose, ma è anche spirituale: poiché vediamo, stiamo attenti ora a non dare per scontate tante cose, e a non credere di essere sufficienti a noi stessi, senza bisogno di aiuto.
Chiamiamolo sempre, perché ci guarisca e abbia pietà di noi. Lui si avvicinerà e ci chiederà cosa vogliamo, e allora chiediamogli di vedere un po’ meglio e di ascoltarlo con profitto. Gesù è la luce della nostra vita esteriore e interiore; dobbiamo prima vederla noi, per poterla comunicare. Col salmista ripetiamo: “Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore!”.
Preghiamo.
Risveglia la tua potenza e vieni, Signore Gesù:
dai pericoli che ci minacciano a causa dei nostri peccati
la tua protezione ci liberi, il tuo soccorso ci salvi.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Una buona e santa giornata a tutti voi!
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