Caffè di mercoledì 14 dicembre 2022

di fra Francesco Palmieri
– Comunità di Genova –

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Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 14 dicembre 2022.

III settimana del Tempo di Avvento.
Memoria di S. Giovanni della Croce (per i carmelitani: solennità).

Testi e canti per la Liturgia di oggi:

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 7, 19-23).

In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

Giovanni Battista, mentre si trova recluso in carcere ingiustamente da Erode, sente parlare delle opere di Gesù; per questo invia due dei suoi discepoli a chiedere al presunto Messia se è Colui che doveva venire, l’inviato del Signore. Dal buio della propria cella, dal momento più oscuro della propria esistenza, il Battista – attraverso i suoi due seguaci – lancia la sua domanda verso l’esterno. Questa domanda riguarda il Messia che lui stesso, sulle rive del Giordano, era stato spinto da parte dello Spirito Santo ad annunciare. Alla richiesta di Giovanni viene risposto che nella persona di Gesù l’annuncio di salvezza si sta compiendo in parole e opere.

Secoli dopo, anche un altro Giovanni, il Santo riformatore del Carmelo che oggi festeggiamo, dal carcere in cui era stato rinchiuso per calunnia, ha innalzato la sua domanda di senso, nella ricerca di un’unione più profonda con Gesù, seppur nella “notte”. La sua richiesta ottiene risposta dentro al carcere, scoprendo per grazia divina che è nella croce il punto più alto e più intimo di conformazione a Cristo. Questa vicinanza al Salvatore ha fatto sgorgare in San Giovanni della Croce un cantico spirituale di gioia e d’amore, da lui composto a mente tra le mura della prigione, e messo per iscritto una volta ritornato in libertà.

La speranza cristiana si mantiene viva nella notte dell’anima, se essa ricerca insistentemente Gesù e se accetta la croce. Allora Cristo stesso dona la ricompensa in una gioia divina che fornisce un senso pieno al dolore e lo tramuta in offerta feconda per il bene del mondo.

Preghiamo con le parole di San Giovanni della Croce:
“Orazione dell’anima innamorata”.

Mio Signore, mio Amato, se non compi quello che io ti chiedo
perché ancora ti ricordi dei miei peccati,
fai pure, o Dio mio, riguardo ad essi la tua volontà, che è quanto io cerco di più;
usa la tua bontà e misericordia e sarai conosciuto in essi.
E se tu attendi le mie opere per concedermi ciò di cui ti prego,
concedimele e compile tu
e vengano pure le pene che tu desideri accettare da me,
ma se tu non aspetti le mie opere,
che cosa aspetti, o clementissimo mio Signore? Perché tardi?
Se infine deve essere grazia e misericordia quella che ti chiedo nel tuo Figlio,
accetta il mio piccolo contributo perché lo vuoi
e concedimi questo bene, poiché vuoi anche questo.
Chi potrà mai liberarsi dal suo modo di agire e dalla sua condizione imperfetta,
se tu, o Dio mio, non lo sollevi a te in purezza di amore?
Come si innalzerà a te l’uomo generato e crescIuto in bassezza,
se tu, o Signore, non lo sollevi con la mano con cui lo creasti?
Non mi toglierai, Dio mio,
quanto una volta mi hai dato nel tuo unico Figlio Gesù Cristo,
nel quale mi hai concesso tutto ciò che io desidero;
perciò io mi rallegrerò pensando che tu non tarderai, se io attendo.

Anima mia, perché indugi a lungo, potendo tu subito amare Dio dentro il tuo cuore?
Miei sono i cieli e mia la terra, miei sono gli uomini, i giusti sono miei e miei i peccatori.
Gli Angeli sono miei e la Madre di Dio, tutte le cose sono mie.
Lo stesso Dio è mio e per me, poiché Cristo è mio e tutto per me.
Che cosa chiedi dunque e che cosa cerchi, anima mia?
Tutto ciò è tuo e tutto per te.
Non ti fermare in cose meno importanti
e non contentarti delle briciole che cadono dalla mensa del Padre tuo.
Esci fuori e vai superba della tua gloria.
Nasconditi in essa e gustala, e otterrai quanto chiede il tuo cuore.

Buona giornata a tutti voi!

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