Caffè di venerdì 6 gennaio 2023

di padre Federico Trinchero
– Comunità di Bangui (Rep. Centrafricana) –

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Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 6 gennaio 2023.

Solennità dell’Epifania del Signore.

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 2, 1-12).

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

La nascita di Gesù non lascia indifferenti, e suscita sentimenti e reazioni alquanto diversi. C’è chi accoglie il Bambino come Maria e Giuseppe che, umilmente e silenziosamente, compiono la volontà del Signore, lasciandosi condurre dal quel grande tesoro che sono chiamati a custodire. C’è chi, con curiosità e coraggio, si mette in cammino come i Magi, venuti da Oriente per cercare il luogo dove si trovava il Bambino, adorarlo in una silenziosa preghiera e offrigli in dono oro, incenso e mirra. C’è chi ancora, come i capi dei sacerdoti e gli scribi di Gerusalemme, pur sapendo con precisione il luogo dove doveva nascere il Cristo, l’atteso Pastore d’Israele, preferisce restare pigramente là dove già si trova e non spostarsi neppure di un millimetro per raggiungere il Bambino nato a Betlemme. C’è chi, infine, come il re Erode, inquieto e turbato, sente vacillare il proprio trono e teme di essere così minacciato da quel Bambino da nutrire nel suo cuore falsa pietà, sentimenti di odio e progetti omicidi.

Poi ci siamo noi, ognuno di noi, davanti a quel Bambino. Anche a noi tocca scegliere se fare del mistero del Natale una notizia importante per tutti – è questo il senso della festa dell’Epifania – e quindi una notizia importante soprattutto per me. Quel Bambino non è venuto per suscitare in me sentimenti più buoni rispetto agli altri mesi dell’anno. È venuto per cercarmi, per salvarmi, per strapparmi dalle tenebre e dalla tristezza del mio peccato e portarmi nella luce e nella gioia della sua salvezza. I Magi, al vedere la stella che illuminava il luogo dove si trovava il Bambino, provarono una grande gioia. Ma non si fermarono lì, a quel sentimento. Riconobbero in quel Bambino l’unico Re della terra, il Dio fatto uomo per farci Dio come lui, l’Agnello immolato per salvarci. E cambiarono strada, lasciando Erode e scegliendo Gesù.

Preghiamo.
O Dio, che in questo giorno, con la guida della stella,
hai rivelato alle genti il tuo Figlio unigenito,
conduci benigno anche noi,
che già ti abbiamo conosciuto per la fede,
a contemplare la bellezza della tua gloria.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.

Buona festa dell’Epifania a tutti!

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