di padre Marco Garagnani
– Comunità di Arenzano (GE) –
***
Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 7 gennaio 2023.
II settimana del Tempo di Natale.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 4, 12-17.23-25).
In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.
In quest’ultima settimana del Tempo di Natale, gli evangelisti ci fanno vivere sbalzi temporali molto consistenti… più precisamente, è stato scelto il posizionamento di queste pericopi dalla nostra Madre Chiesa, secondo me, per sottolineare che dall’Incarnazione del Verbo il nostro tempo è entrato nel tempo di Dio. L’eternità ha fatto irruzione nella nostra storia e la nostra storia è stata assunta nell’eternità divina.
Ecco che, allora, si può celebrare un giorno l’Epifania ed il giorno successivo l’inizio del ministero di Gesù, trentenne. E anche le Scritture raggiungono il loro pieno significato… la Parola incarnata le compie e le realizza. Se ci pensate bene, io ci ho riflettuto più volte, fa strano, nella Notte di Natale, celebrare la nascita di Gesù con le parole dell’ultima cena, durante l’Eucaristia.
Il Mistero Pasquale, che va dall’Incarnazione alla Pentecoste, è la sorgente della vita divina in noi. È come un vortice nel quale possiamo liberamente entrare, oppure no, per vivere questa nostra vita, in Dio.
La chiamata alla conversione, che Gesù proclama alle genti, è un vivo appello d’amore che potrebbe anche lasciarci indifferenti.
Se, all’epoca di santa Teresa, la sua grande preoccupazione erano le anime che si perdevano per il Luteranesimo e per salvare una delle quali lei avrebbe sopportato mille morti, oggi l’indifferenza alla vita di Dio in noi è il grande dolore che dovrebbe mobilitarci ad una profonda e costante conversione. Quante persone vivono senza Dio! Senza desiderare il Paradiso!
Gesù Bambino, convertici a te e accresci in noi la sete per la salvezza delle persone lontane da te.
Preghiamo.
O Dio, il tuo Verbo dall’eternità
riveste il cielo di bellezza
e dalla Vergine Maria ha assunto
la nostra fragile carne:
apparso tra noi come splendore della verità,
nella pienezza della sua potenza
porti a compimento
la redenzione del mondo.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.
Una santa e buona giornata a tutti voi!
***
Ricevi ogni mattina il testo del Caffè sulla tua email:
***
Visita i nostri siti:
***
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.