di padre Marcello Bartolomei
– Comunità di Bouar – S. Elia (Rep. Centrafricana) –
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Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 27 gennaio 2023.
III settimana del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 4, 26-34).
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Il Vangelo di oggi termina dicendo che Gesù annunciava la Parola con molte parabole, come troviamo spesso nel Vangelo, parabole che essendo delle immagini dovevano trovare una spiegazione, un’applicazione, cosa che Gesù faceva per lo più in privato con i suoi discepoli.
La spiegazione non era soltanto fatta per capire il significato della parabola, come fosse un enigma, un indovinello. Lo scopo era di trasmettere un messaggio da applicare poi nella vita. In questo modo, le parabole, come tutti gli insegnamenti di Gesù, mettevano in pratica quello che il vangelo di oggi ci espone: ci fa capire che la Parola di Gesù, la Parola di Dio ha la capacità di far fruttificare il seme, seme che è proprio la Parola di Dio stesso.
Dio trasmette la sua Parola per la nostra crescita cristiana personale o per la crescita della sua Chiesa. La Parola di Dio, indicata nell’immagine del seme, è una Parola di vita, che una volta seminata nel cuore di ogni credente ben disposto, comincia lentamente a crescere per arrivare a maturazione, cioè a portare i suoi frutti.
Non dobbiamo dimenticare che la forza principale per far crescere il seme viene da Dio stesso, sia all’inizio che lungo tutto il tempo della crescita. Questa crescita, ci dice la prima parabola, avviene fin dal momento in cui si accoglie la Parola, che ha una forza tutta sua. Da parte nostra dobbiamo accoglierla come il terreno che si rende recettivo, e aprirci ad ogni azione successiva di Dio. È lui che opera il bene, tutto il bene, e di questo non siamo noi che dobbiamo vantarcene, perché noi saremmo solo capaci di fare il male. Tutto il bene viene da Dio.
Quello che ci si chiede è di non frapporre ostacoli con il nostro male, le azioni cattive. Se confidiamo nel Signore e sempre gli chiediamo perdono, anche il male può essere trasformato e diventare occasione di lode a Dio e occasione di umiltà, per lodare la misericordia e la bontà di Dio. Perciò la Chiesa non allontana da sé i peccatori, come possiamo essere ognuno di noi, ma ne ha cura, li avvolge di tenerezza, come fa una madre con il figlio malato, più fragile.
La Chiesa è come il grande albero della parabola, che cresce per accogliere tutti, perché in Gesù diventiamo – gli uni e gli altri – l’unica dimora del Padre, dove ognuno trova il suo posto ed è accolto pur nella sua diversità.
Preghiamo (con S. Teresa di Gesù).
Considero spesso, o mio Cristo,
come siano dolci e pieni d’incanto gli occhi
che mostri all’anima che ti ama
quando tu, o mio bene, la guardi con amore.
Uno solo di quei dolcissimi sguardi,
posato sull’anima che già tieni per tua,
basta, mi pare, per ripagarla di molti anni di servizio. Amen.
Una buona e santa giornata a tutti!
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