Caffè di mercoledì 29 marzo 2023

di padre Michele Goegan
– Comunità di Genova –

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Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 29 marzo 2023.

V settimana del Tempo di Quaresima

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 8, 31-42).

In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro».
Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro».
Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».

C’è incomprensione tra Gesù e i suoi ascoltatori. Da una parte c’ è il Padre celeste e il Figlio Gesù, dall’altra c’è Abramo con i suoi figli. Non dovrebbero esserci contrapposizioni, se veramente l’eredità di Abramo fosse stata capita e vissuta con fede e con la logica dell’Alleanza sponsale. Purtroppo, quello che era un cammino di fede e di libertà attraverso la Legge di Dio è divenuto strumento di chiusura e di imprigionamento in tanti comandamenti, che con la paternità di Dio ormai avevano poco a che fare, e solo in apparenza; come non ricordare il rispetto del sabato, o del matrimonio, o dei sacrifici da fare… Erano comandi così logorati, e usati per giustificare le tradizioni umane. Come essere figli e non schiavi?

Dobbiamo fare quello che Gesù ci indica: “Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi.” Dobbiamo frequentare, stare, abitare con lui stesso, vera Parola del Padre fatta carne, e così saremo “il discepolo che Gesù ama”, perché è fedele e lo segue fino al dono totale di sé. Non lo conosce attraverso la sapienza dei libri o di nozioni imparate, ma proprio da un’amicizia intima che ci fa sentire chi è Gesù e il Padre.

E allora agiremo di conseguenza, perché lui ci libera dal peccato e dalla morte. Agiremo con la libertà dei figli di Dio e non con la paura degli schiavi: ricordiamoci questo! La nostra vita è un continuo riscoprirci figli, e se qualche volta ci comportiamo come schiavi, vediamo di ritornare alla casa del Padre. Il tempo di Quaresima è il tempo giusto per questa conversione. Potremo così adempiere in pienezza le parole che il sacerdote pronuncia nella Messa per introdurci al Padre Nostro: “Il Signore ci ha donato il suo Spirito. Con la fiducia e la libertà dei figli, preghiamo insieme”.

Preghiamo.
Dio misericordioso,
che susciti nei tuoi figli la volontà di servirti,
illumina i nostri cuori purificati dalla penitenza
e nella tua bontà ascolta le nostre invocazioni.

Per Cristo, nostro Signore. Amen.

Una buona e santa giornata a tutti voi!

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