di padre Paolo Galbiati
– Comunità di Arenzano (GE) –
***
Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 30 marzo 2023.
V settimana del Tempo di Quaresima.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 8, 51-59).
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?».
Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: ”È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia».
Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono».
Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
“ln verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte”: è una parola forte quella che Gesù oggi dichiara. E la proclama in modo solenne, introducendola con un’espressione maestosa: “in verità, in verità vi dico”. È dunque una parola a cui dare veramente ascolto, perché è di massima importanza e soprattutto di massima verità.
L’osservanza della parola di Gesù non farà vedere e incontrare la morte, mai. Ma di che morte si tratta? Di quale morte parla Gesù? Non è principalmente la morte fisica, la morte corporale, anche se pure il nostro corpo – noi lo crediamo – risorgerà, non vedrà la corruzione della carne.
Ma il Vangelo di Giovanni ci invita a scendere a un livello più profondo, a un altro livello di comprensione della parola di Gesù. Il rischio infatti di non scendere in profondità nell’ascolto e nella comprensione della parola di Dio è quello di soffermarsi su particolari, su espressioni che possono addirittura fuorviare il messaggio vero del Signore. Ne abbiamo tanti esempi, soprattutto nel Vangelo di Giovanni: Gesù parla di una cosa e i discepoli ne capiscono un’altra; Gesù si riferisce a una realtà e i suoi ascoltatori ne colgono un’altra.
La morte quindi che non vedrà mai chi osserva la parola di Gesù, non è solamente la morte fisica, è principalmente la morte dell’anima, o comunque la morte in generale di tutta la nostra realtà. Possiamo vivere, avere cioè un corpo umano in funzione e in attività, ma se il peccato abita il nostro cuore, ecco la presenza della morte in noi.
Per non morire dentro, per non morire tutto, è necessario, anzi è vitale, ricorrere a Gesù, aprirsi a lui, accogliere e mettere in pratica la sua parola. Lui infatti si dichiara poco più avanti: “Io sono!”. Se siamo allora uniti a lui, se la nostra amicizia con lui è viva, allora non vedremo la morte, non tanto perché diventiamo dei supereroi che sono capaci di sconfiggere la morte, ma proprio perché lui – Gesù, l’Io sono, la Vita stessa – ci unisce a sé, e così non saremo noi, ma sarà lui che non ci farà vedere la morte.
Preghiamo.
O Padre, Dio della vita, che in Gesù tuo Figlio e nostro Signore
hai sconfitto per sempre la morte
e ci dai la possibilità di non vedere mai la morte se siamo uniti a Lui,
concedici di osservare la sua parola.
Tu che non vuoi la morte del peccatore, ma che si converta e viva,
donaci la grazia e la gioia di una vera conversione
di tutta la nostra vita a te,
che vivi e regni con il tuo Figlio nello Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Una buona e santa giornata a tutti!
***
Ricevi ogni mattina il testo del Caffè sulla tua email:
***
Visita i nostri siti:
***
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.