di padre Marco Chiesa
– Comunità di Roma – Casa generalizia –
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Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 19 aprile 2023.
II settimana del Tempo di Pasqua.
Dal vangelo secondo Giovanni (3, 16-21)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Nella sua conversazione notturna con Nicodemo, Gesù rivela il grande amore che Dio ha per gli uomini, un amore così sconfinato da dare, donare, il suo unico Figlio. Forse abbiamo fatto l’abitudine a questa verità che conosciamo bene e che questo tempo pasquale ci fa celebrare con gioia… Dunque, c’è da chiedersi, serenamente ma realmente, se questo mistero di amore ci commuove e ci muove: cioè se sentiamo davvero e autenticamente questo amore di Dio, tanto da piangere di gioia e fare di tutto per lui. Questo è importante, perché ne va della nostra felicità e della nostra salvezza!
Infatti, credere è mettersi nelle mani di Gesù e avere la profonda consapevolezza che in quelle mani nulla ci potrà toccare o fare del male. Per questo il Signore usa parole forti, mettendo in gioco perdizione e vita, salvezza e condanna, luce e tenebre. C’è una battaglia, sì, una battaglia che si consuma continuamente fuori dalle mani divine, una battaglia non contro gli uomini, ma spirituale, che ci interpella, come credenti, a fare una scelta vera e stabile: una scelta per la vita, la salvezza e la luce.
Scegliere il Signore e la sua luce che è venuta nel mondo, a ben vedere, è una scelta semplice, ma i legami con le nostre comodità e con un certo margine di compromesso sembrano offrirci quello spazio di libertà in cui, tutto sommato, stiamo bene. In realtà non facciamo che dare ascolto all’antica tentazione del serpente, quasi che Dio ci voglia togliere o nascondere qualcosa. La luce, in effetti, quando entra in una stanza, è bella e piacevole, ma anche scomoda, perché ci può mostrare la polvere o il disordine che vi regnano. Per questo, può accadere che preferiamo un po’ di tenebra, così che le nostre opere non vengano riprovate.
No, non dobbiamo temere! “Cristo non toglie nulla, ma ridona tutto” (Benedetto XVI), non dimentichiamoci che tutto in lui è mosso dall’immenso amore del Padre per noi, per cui mai potrebbe toglierci o nasconderci qualcosa, ma, anzi, ci dona tutto, e questo “tutto” è per la nostra vita e la nostra salvezza.
Preghiamo.
O Padre, che nella Pasqua del tuo Figlio
hai ristabilito l’uomo nella dignità perduta
e gli hai dato la speranza della risurrezione,
fa’ che accogliamo nell’amore
il mistero celebrato ogni anno nella fede.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.
Una buona e santa giornata a tutti voi!
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