di padre Michele Goegan
– Comunità di Genova –
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Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 17 maggio 2023.
VI settimana del Tempo di Pasqua.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 16,12-15)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Il brano di Vangelo di oggi ci riporta uno dei tanti insegnamenti di Gesù sullo Spirito Santo che ci ha lasciato. Siamo nel Cenacolo, durante l’ultima cena; l’atmosfera è particolare, Gesù vuole donare e dire tutto se stesso ai suoi prima di essere crocifisso. Sa che è un peso enorme da portare e quindi rimanda a dopo tutta la ricchezza del suo cuore che vuole trasmettere.
Successivamente, quando Gesù morì in croce, “emise lo spirito”. Si intende solo l’ultimo soffio vitale di aria di questa terra? No, consegnò lo Spirito Santo e la sua interiorità a tutti noi, e da allora con la forza della Pentecoste ci è vicino e ci accompagna, come il Padre ha accompagnato lui.
Lo Spirito è definito “Spirito di verità”! E’ una verità da accogliere e da ascoltare piano piano, per poterla comunicare, non un trofeo da conquistare! Agli apostoli è stato donato nella Pentecoste. I loro “Atti” che stiamo leggendo in questo tempo di Pasqua sono la prova evidente di questo Spirito che opera poco a poco e guida prima loro, per poi illuminare gli ascoltatori. E’ uno Spirito ricevuto e donato.
Anche Paolo ad Atene cerca di illuminare i suoi uditori, ma forse ci ha messo troppo del suo e poco di Dio! Ha pensato un discorso furbo, a partire da un Dio ignoto, ma la croce e la risurrezione, stoltezza e scandalo, non hanno trovato il terreno giusto per essere accolte. Eppure, se c’è una novità, è proprio questa. Un’idea bella, un’idea geniale non sempre è sinonimo di conformità alla volontà di Dio. Noi pensiamo che sapere e vedere Dio sia tutto facile e bello, ma se leggiamo le vite dei santi, oltre a tanta dolcezza che la presenza divina produce, c’è anche la consapevolezza di una grandezza infinita da parte di Dio e di tanta miseria da parte dell’uomo. E’ dolce e tremendo, nello stesso momento, conoscerlo e conoscerci! Il bello è che questo cammino lo dobbiamo fare tutti, non si può delegare, se vogliamo crescere come cristiani veri. Non è una lezione da imparare a memoria, senza affetto. Allora, cerchiamo di maturare, comprendendo che dobbiamo fare questo cammino e che esso rappresenta il nostro compimento e la nostra felicità.
Preghiamo.
O Spirito di Dio, che con la tua luce distingui la verità dall’errore,
aiutaci a discernere il vero.
Dissipa le nostre illusioni e mostraci la realtà.
Facci riconoscere il linguaggio autentico di Dio nel fondo dell’anima nostra
e aiutaci a distinguerlo da ogni altra voce.
Mostraci la volontà divina in tutte le circostanze della nostra vita,
in modo che possiamo prendere le giuste decisioni.
Aiutaci a cogliere negli avvenimenti i segni di Dio,
gli inviti che ci rivolge, gli insegnamenti che vuole infondere.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.
Una buona e santa giornata a tutti voi! Alleluia!
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