Mercoledì fra l’Ottava di Pasqua.
di padre Roberto Fornara.
Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 20 aprile 2022.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 24,13-35).
Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana,] due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.
Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
La scena descritta dal vangelo è un itinerario di vita cristiana che possiamo vivere anche noi oggi. Siamo anche noi descritti e raccontati dalle parole dell’evangelista. Non è un caso che uno dei due discepoli sia anonimo: posso essere io, puoi essere tu.
Anche a noi può succedere di essere in cammino e di non accorgerci che Gesù risorto cammina con noi, al nostro fianco. I nostri occhi sono impediti a riconoscerlo, appesantiti, distolti da altri centri di attrazione. Parliamo, ma non dialoghiamo. Ci buttiamo l’uno addosso all’altro i nostri fallimenti, le nostre tristezze, le nostre paure. Il Risorto vuole scuoterci. Lo fa condividendo il nostro cammino incerto. Prima di rivelarsi a noi, vuole che facciamo uscire dal nostro cuore tutto ciò che ci portiamo dentro: «che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?».
Come i discepoli, dobbiamo far emergere tutta la nostra interiorità, raccontando prima la storia di Gesù, e poi la nostra storia. Confrontandole, ci accorgeremo che qualcosa non torna. Le nostre attese nei suoi confronti erano sbagliate. Ci renderemo conto che stiamo perdendo la speranza. Impareremo a riconoscere con umiltà che il Maestro deve riprenderci ancora per mano, come bambini, e spiegarci in tutte le Scritture ciò che si riferisce a lui. Dedichiamo un po’ del nostro tempo ogni giorno alla lettura e alla meditazione della Parola di Dio: conosceremo la verità e la verità ci farà liberi.
Ma la pienezza del mistero pasquale la raggiungeremo nell’Eucaristia. Scopriremo che non serve che Cristo ci appaia o ci doni grazie particolari. Ci basterà la memoria di quel gesto, dello spezzare il pane. Quel pane ci darà la forza di riprendere il nostro cammino, di essere testimoni della risurrezione, eliminando le tracce di tristezza dal nostro viso, e di raccontare a tutti l’esperienza che ci ha riscaldato il cuore, nel cammino con Gesù.
Preghiera a Gesù “viandante di Emmaus”.
Rimani qui, tra pareti amiche,
e spezza ancora il pane che ti voglio offrire.
Rimani qui, non passare oltre.
Rimani qui, e abbraccia il desiderio d’incontrarti
nella dolce ebbrezza quando l’ascolto fa infiammare il cuore.
Rimani qui, festa senza fine.
Una buona e santa giornata a tutti!
padre Roberto Fornara
Comunità di Arenzano (GE)

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2° incontro Amici del Caffè (27/29 maggio)
al Monastero Santa Croce di Bocca di Magra (SP)

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