Mercoledì della V settimana di Pasqua.
di padre Carlo Cencio.
Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 18 maggio 2022.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15, 1-8)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
Questa parabola del capitolo 15 di Giovanni fa parte dei discorsi di Gesù dopo l’ultima cena. Forse stavano attraversando la campagna con vigneti per raggiungere il Getsemani, e Gesù ha preso lo spunto proprio dalla vite e dai tralci per dare ai discepoli, e a noi, un buon insegnamento: Lui è la vite, e noi i tralci (San Paolo userà il paragone del corpo e delle membra).
Gesù ci dice che, se vogliamo dare buoni frutti, dobbiamo essere bene uniti a Lui, come tralci alla vite. Per essere uniti a Gesù basta un buon desiderio di simpatia? Basta una preghiera? O una invocazione: “Signore! Signore!”? Gesù ci insegna: “Non chi dice “Signore! Signore!”, ma chi fa la volontà del Padre mio mi ama, e anche il Padre mio lo amerà. E verremo a Lui e faremo dimora presso di Lui”.
C’è un altro modo per essere uniti a Gesù: perdonare e amare il fratello. Sulla via di Damasco, Gesù griderà: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”. E Saulo, dopo quella domanda, smette la persecuzione dei cristiani per essere tutto unito con Gesù.
Tutte queste cose si possono sintetizzare in una parola. Noi siamo uniti a Gesù come vera vite mantenendoci in grazia santificante, cioè senza peccato mortale, che stacca i nostri fili da Lui, vera centrale di luce e di amore, e ci fa rimanere nelle tenebre: il peccato stronca il nostro tralcio dalla vite e la sua linfa non scorre più in noi… siamo secchi, per il fuoco. Allora, rimaniamo in grazia di Dio, sempre! E il nostro tralcio sarà carico di buona uva, per la gioia dei fratelli, per il gaudio di Gesù e del Padre celeste.
Preghiamo.
O Dio, che ami l’innocenza e la ridoni a chi l’ha perduta,
volgi a te i cuori dei tuoi fedeli
perché, liberati dalle tenebre,
non si allontanino mai dalla luce della vera fede.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.
Buona giornata a tutti voi!
padre Carlo Cencio
Comunità di Arenzano (GE)

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2° incontro Amici del Caffè (27/29 maggio)
al Monastero Santa Croce di Bocca di Magra (SP)

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