Caffè di domenica 22 maggio 2022

VI domenica del Tempo di Pasqua.
Santa Gioacchina de Vedruna.
di padre Paolo Galbiati.

Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 22 maggio 2022.

Dal Vangelo secondo Giovanni (14,23-29)

In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

Sono queste le parole che Gesù confida ai suoi amici poche ore prima di donare la sua vita per loro attraverso la passione, morte e risurrezione. È bene per noi che se ne vada e con il suo andarsene inizia la sua nuova presenza in mezzo a noi, che non ci lascerà mai, fino alla fine dei tempi. Una presenza certamente diversa, ma vicina, reale.

Come avviene questa reale vicinanza? In una relazione di unione con lui attraverso l’amore, attraverso cioè l’osservanza della sua parola: “Se qualcuno mi ama, osserverà la mia parola”. L’amore dunque si esprime nell’osservanza della parola di Dio, che non è semplice esecuzione di comandi e norme, ma corrispondenza di amore: “Il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”. È proprio in una relazione di amore con Dio che possiamo ricambiare il suo amore per noi e siamo di conseguenza spinti a fare quello che lui ci chiede. Ecco perché – sempre Giovanni l’apostolo e l’evangelista ce lo dice – i comandamenti di Dio non sono gravosi: dal momento che è l’amore a spingerci a fare quello che Dio ci chiede, lo facciamo oltre che volentieri, anche quasi senza accorgerci di quello che da Dio ci viene chiesto perché lo facciamo con amore e per amore.

Il frutto dell’amore di Gesù è quindi la comunione con lui, il Figlio, che ci fa entrare in relazione con il Padre e ci fa vivere del loro amore reciproco: lo Spirito Santo.

Ci rivolgiamo allora con la preghiera allo Spirito Santo, il Paraclito, Dio che chiamiamo vicino, affinché possiamo rimanere in questa comunione di amore con Gesù e con il Padre, mettendo in pratica la parola che loro ci chiedono.

Preghiamo con le parole della santa madre Teresa di Gesù.

O Spirito Santo, sei tu che unisci la mia anima a Dio;
muovila con ardenti desideri e accendila con il fuoco del tuo amore.
Quanto sei buono con me, o Spirito Santo di Dio!
Sii per sempre lodato e benedetto per il grande amore che effondi su di me.
O Spirito Santo, concedi alla mia anima di essere tutta di Dio
e di servirlo senza alcun interesse personale, ma solo perché è Padre mio e mi ama.
Mio Dio e mio tutto, c’è forse qualche altra cosa che io possa desiderare?
Tu solo mi basti. Amen.

Una buona e santa giornata a tutti!

padre Paolo Galbiati
Comunità di Arenzano (GE)

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2° incontro Amici del Caffè (27/29 maggio)

al Monastero Santa Croce di Bocca di Magra (SP)

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