Caffè di domenica 12 giugno 2022

Solennità della SS.ma Trinità.
Beati Alfonso Mazurek e compagni martiri, carmelitani.
di padre Paolo Galbiati.

Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 12 giugno 2022.

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 16, 12-15).

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

È una celebrazione solenne quella che viviamo oggi: la Santissima Trinità. E questo mistero – cioè questa realtà della nostra fede, questa esperienza divina – è l’origine, il sostegno, la direzione e la meta del nostro cammino. Siamo creati a immagine della Trinità e chiamati a partecipare alla sua vita di amore. Il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo non dobbiamo “capirli”, “studiarli” (anche se sono stati scritti tanti, interessanti e profondi libri nella storia della Chiesa su questa altissima realtà), ma siamo chiamati a conoscerli e ad amarli.

Vediamo come ci aiuta la Parola del Vangelo di questa domenica di festa, che la Chiesa ci consegna nella sua liturgia solenne tramite l’evangelista Giovanni. Alla fine del breve Vangelo proposto, Gesù dice che tutto quello che il Padre possiede è suo, ed è per questo che ha detto che prenderà da quel che è suo e ce lo annuncerà. Il Figlio è uno con il Padre: ha la stessa vita e la stessa gloria, lo stesso amore e la stessa volontà di salvare il mondo. Lo Spirito trasmette tutto questo a noi, introducendoci nel mistero della Trinità, amore tra Padre e Figlio. Gesù ci ribadisce che lo Spirito ci annuncerà sempre di nuovo il mistero del Figlio, fino a imprimerlo nel nostro cuore. Così entriamo sempre più nel suo rapporto ineffabile di Figlio con il Padre.

Quindi abbiamo ricevuto una vocazione bellissima, una chiamata stupenda e affascinante: partecipare alla relazione tra Padre e Figlio attraverso lo Spirito Santo, colui che ci guida alla verità tutta intera. Dobbiamo dunque lasciarci portare e guidare dalla presenza dello Spirito Santo, lo Spirito della verità.

Concludiamo con una preghiera della santa carmelitana Elisabetta della Trinità, che facciamo nostra dal profondo del nostro cuore; il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo che abitano nella nostra anima trovino degli adoratori attenti e riconoscenti a questa divina Presenza, che mai ci abbandona, perché nel dimorare in noi ha trovato la sua più grande gioia.

Preghiamo.
Mio Dio, Trinità che adoro,
aiutatemi a dimenticarmi interamente, per fissarmi in voi,
immobile e quieta come se la mia anima fosse già nell’eternità;
che nulla possa turbare la mia pace o farmi uscire da voi, mio immutabile bene,

ma che ogni istante mi porti più addentro nella profondità del vostro mistero.
Pacificate la mia anima, fatene il vostro cielo, la vostra dimora preferita e il luogo del riposo;
che io non vi lasci mai solo, ma sia là tutta quanta,

tutta desta nella mia fede, tutta in adorazione, tutta abbandonata alla vostra azione creatrice.
O miei Tre, mio tutto, mia beatitudine, solitudine infinita, immensità in cui mi perdo,
mi consegno a voi come una preda.
Seppellitevi in me, perché io mi seppellisca in voi,
in attesa di venite a contemplare, nella vostra luce, l’abisso delle vostre grandezze.

Una buona e santa giornata a tutti.

padre Paolo Galbiati
Comunità di Arenzano (GE)

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