Caffè di martedì 12 luglio 2022

Martedì della XV settimana del Tempo Ordinario.
Santi Luigi e Zelia, genitori di Santa Teresina.
di fra Gian Paolo Aguas.

Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 12 luglio 2022.

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11, 20-24).
 
In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidóne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidóne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sodòma sarà trattata meno duramente di te!”».

Gesù è duro con chi non crede alle evidenze delle sue opere, perché la durezza di cuore, e quindi l’atteggiamento di chiusura, non permette di essere liberi. Nel nostro quotidiano, è facile dimenticare i segni e i prodigi compiuti da Dio nella nostra esistenza, e ciò, lentamente, rende sempre più sordi alla costante chiamata alla conversione. Di fatto, i prodigi nella nostra vita servono per avvicinarci sempre di più al Signore, riconoscendo che siamo piccoli e fragili davanti all’immensità di Dio. Ma qualche volta perdiamo la capacità di ammirare davvero la bellezza, e non sappiamo più dare significato alle gioie e alle sofferenze, perché smarriamo la stella polare che dà una direzione al nostro essere, o forse la sostituiamo con un satellite che lampeggia.

È vero, il cielo stellato della nostra vita è stato inquinato da tante luci che confondono le idee, ma grazie a Dio una soluzione esiste: ricordare. Il ricordo non è un semplice sentimento nostalgico del passato, ma un rimembrare, cioè un rivivere nel cuore la serenità posseduta, riportando alla luce la radice per cui si era in quello stato di pace. Dio è la nostra ragione per ritornare indietro, perché è amore senza il quale non si può vivere.

La sfida che si prospetta è quella di essere costanti nel ricordare che il centro della nostra vita è Gesù, non idealmente, ma concretamente, iniziando a ringraziare Dio per tutto, dalle cose negative a quelle più belle, perché all’interno di esse possiamo scoprire che il Egli ci sta parlando, unicamente a noi e di noi: tutto è grazia! In questo modo inizieremo ad aprire i nostri sensi alla presenza profonda e mistica della Santa Trinità che abita in noi.

Convertiamoci. Ne vale la pena.

Preghiamo.
O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità
perché possano tornare sulla retta via,
concedi a tutti coloro che si professano cristiani
di respingere ciò che è contrario a questo nome
e di seguire ciò che gli è conforme.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.

Una buona e santa giornata a tutti.

fra Gian Paolo Aguas
Comunità di Bangui (Rep. Centrafricana)

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