Caffè di mercoledì 13 luglio 2022

Mercoledì della XV settimana del Tempo Ordinario.
Santa Teresa di Los Andes, carmelitana.
di padre Marco Cabula.

Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 13 luglio 2022.

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11, 25-27).

In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

È proprio bello l’inizio del vangelo di oggi: ci dice che quando Gesù è felice, il suo cuore esulta, non lodando gli uomini, ma rendendo lode a Dio. Questo è interessante soprattutto per noi, che quando qualcosa ci va male, Dio è sempre il primo che invochiamo, ma poi, quando tutto torna a posto, è anche il primo che dimentichiamo…

E il motivo di questa gioia qual è? È che i piccoli avvertono la presenza di Dio, lo scoprono vivo. In una parola: lo sentono accanto – proprio in Lui, in Gesù – cogliendo finalmente il mistero del suo vivere in mezzo a loro. Attenti però, perché i “piccoli” di cui il Signore parla oggi nel vangelo non sono tanto i bambini. E’ vero che nella storia della salvezza alcuni segreti divini sono stati affidati da subito a persone giovanissime, praticamente ancora bambini: penso alla chiamata del profeta Samuele, o attraverso di lui alla scelta del grande Re Davide; più recentemente ripenso alle esperienze mistiche vissute da Santa Bernadette a Lourdes e poi a Fatima dai tre pastorelli… Ma qui per “piccoli” si intendono piuttosto gli umili di cuore: coloro che, pur essendo grandi, sanno rimanere semplici e fidarsi di Dio, cogliendo nella propria vita la sua signoria e la sua vicinanza totale.

Ecco, allora, che i “piccoli” sono i credenti, sono i poveri, le vedove, sono gli stessi bimbi che -non dimentichiamolo- rimangono i prediletti da parte di Dio. E perché? Forse perché un piccolo capisce subito l’essenziale: sente immediatamente se gli vuoi bene o no, ed è questo in fondo il segreto semplice della vita. Dio crea l’uomo, e da sempre desidera amarlo. Ma per poter agire, Egli aspetta che gli facciamo spazio, che ci accorgiamo di lui, che ci fidiamo, che lo lasciamo operare togliendo le sovrastrutture dei nostri ragionamenti.

Penso sia attualissima, a riguardo, la dedica che Antoine de Saint-Exupéry fa all’inizio de “Il Piccolo Principe”. Rileggiamola un attimo:
A Lèon Werth.
Chiedo scusa ai bambini per aver dedicato questo libro a un adulto.
Ho un buon motivo: questo adulto è il migliore amico che ho al mondo.
Ho un altro motivo: questo adulto può capire tutto, anche i libri per bambini.
Ho un terzo motivo: questo adulto abita in Francia, dove ha fame e freddo. Ha un gran bisogno di essere consolato.
Se tutti questi motivi non bastano, voglio dedicare il libro al bambino che quest’adulto è stato molto tempo fa. Tutti gli adulti sono stati prima di tutto dei bambini. (Ma pochi di loro se lo ricordano).
Quindi correggo la dedica: A Léon Werth quando era bambino”.

Forse Dio oggi ha fatto un po’ la stessa cosa con noi. Ha spalancato il suo cuore, e senza tanti ragionamenti ci ha invitati a riprendere la genuinità di ciò che siamo, e che forse non ci ricordiamo più di “essere stati”… Beati tutti quei grandi che restano piccoli: senza complicazioni, senza giri e raggiri di ragionamenti inutili e noiosi… Piccoli, capaci di fidarsi, di stupirsi e quindi di credere che Dio può. È questo il miracolo di cui il mondo soprattutto oggi ha veramente bisogno.

Preghiamo.
O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità

perché possano tornare sulla retta via,
concedi a tutti coloro che si professano cristiani

di respingere ciò che è contrario a questo nome
e di seguire ciò che gli è conforme.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.

Una buona e santa giornata a tutti.

padre Marco Cabula
Comunità di Varazze (SV)

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