XXI settimana del Tempo Ordinario.
Santa Mariam Baouardy di Gesù Crocifisso, carmelitana.
di padre Piergiorgio Ladone.
Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 25 agosto 2022.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 24, 42-51).
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.
Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni.
Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».
La parola del Vangelo ritorna anche oggi sul tema che sta caratterizzando questo periodo estivo dell’anno liturgico: essere vigilanti in attesa del Signore, pronti ad accoglierlo quando arriverà, attenti a non addormentarci sulle nostre false sicurezze (salute, benessere, ricchezza e così via…), ma a stare svegli per cogliere le opportunità che il Signore ci offre già oggi, qui ed ora, ad assaporare la dolcezza e insieme la forza della sua presenza nella nostra vita, alimentando così il desiderio e la speranza dell’incontro con Lui… in altri termini, sentirci ed essere sempre in cammino. Penso sia proprio questa la prospettiva della metafora odierna.
Il paragone con il ladro che, con l’intento di rubare, viene ovviamente senza preavviso, esprime semplicemente in modo paradossale che non possiamo prevedere neppure la venuta definitiva del Signore. Ma le intenzioni di entrambi, però, sono diametralmente opposte: il ladro – potremmo anche intendere il diavolo – viene per portare via i beni che presumiamo di avere, mentre il padrone di casa – Gesù, nostro amico e sposo – viene per metterci addirittura a capo di tutti i suoi beni. E’ anche questa una espressione paradossale, per dirci che ciò che è suo è anche nostro, e ciò che è nostro è suo. Significa che Dio ci ama di un amore così grande, che non ci pretende perfetti né senza peccato, purché lo si riconosca; insomma, non ci aspetta al varco per darci una lezione o per punirci o, comunque, per danneggiarci come fa il ladro. Il suo vero desiderio è di averci tutti con sé, ma non ce lo impone, vuole che condividiamo anche noi questo desiderio, e per aiutarci in questo ci indica pure la strada: impegnarci ad amministrare i suoi beni già in questa vita, quei beni che abbiamo ricevuto da Lui come in germe nel Battesimo e che dobbiamo imparare a far crescere – come ci dice la parabola – con la fedeltà e la prudenza del servo attento alle esigenze che questi stessi beni comportano, quelle cioè che per essere veramente tali, essi vanno donati a loro volta.
In altri termini, si tratta di accogliere da Gesù la capacità, che altrimenti non avremmo, di amare il nostro prossimo come Egli ci ha amato. Ecco la vera ricchezza. E l’espressione del Vangelo, per cui “il servo messo dal padrone a capo dei suoi domestici deve provvedere a dare loro il cibo a tempo debito”, sta ad indicare come questo amore vada inteso soprattutto come un prendersi cura dei nostri fratelli, spendendo per loro del nostro tempo, senza sentirci però protagonisti del nostro piccolo amore, ma strumenti – servi inutili, dirà Gesù – del suo grande Amore. Allora saremo davvero beati, perché ricolmi della gioia che scaturisce dall’incontro con Lui.
Preghiamo.
O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli,
concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi
e desiderare ciò che prometti,
perché tra le vicende del mondo
i nostri cuori siano fissi là dove è la vera gioia.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.
Una buona e santa giornata a tutti.
padre Piergiorgio Ladone
Comunità di Arenzano (GE)

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