Caffè di mercoledì 7 settembre 2022

XXIII settimana del Tempo Ordinario.
di padre Davide Sollami.

Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 7 settembre 2022.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6, 20-26).

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete, perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

Le beatitudini: parole famose pronunciate da Gesù nel discorso sulla montagna, centro della predicazione di Gesù. Sulla montagna, Dio aveva dato a Mosè i dieci comandamenti. Sulla montagna, Gesù ha dato a tutti i suoi discepoli le beatitudini.

Ogni beatitudine è una promessa. Sono promesse paradossali: cosa c’è di buono nella povertà? Da quando è buona la fame? Chi piange come potrebbe ridere? C’è del buono nell’essere odiati, nel ricevere insulti e disprezzo a causa di Gesù?

Le beatitudini sono il dipinto del volto di Gesù: volto prima povero, poi regale; prima affamato, poi saziato; prima piangente, poi sorridente; prima insultato, poi glorificato da Dio. A quel volto noi guardiamo per assomigliargli almeno un po’, il più possibile.

Se, quando attraversiamo una sofferenza, riusciamo a pensare alla benedizione e alla ricompensa che Gesù ci darà, pensare alle beatitudini sorregge la nostra speranza di portercela fare. Le beatitudini svelano la mèta. Dio, che ci ha creati per conoscerlo, servirlo e amarlo, con le beatitudini ci rende «partecipi della natura divina» (2 Pt 1,4) e della vita eterna. Ogni beatitudine è come una chiave che apre la porta del Cielo, o meglio, del Cuore di Dio. Con essa, l’uomo entra nella gloria di Cristo.

Le beatitudini rispondono all’innato desiderio di felicità: desiderio di origine divina che Dio ha messo nel cuore dell’uomo per attirarlo a sé, perché egli solo lo può colmare. «Cercando te, Dio mio, io cerco la felicità»… riconosciamo queste parole? Sono di Sant’Agostino.

Oggi scegliamone una. Io ne scelgo una dal Vangelo di Matteo, dove le beatitudini sono otto: «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio». Che bello che dev’essere il volto di Dio. E perché non iniziare a pensarci adesso, per desiderarlo già? Ogni beatitudine oltrepassa l’intelligenza e le forze umane. “Nessun uomo può vedere il volto di Dio e restare vivo”, disse Dio a Mosè. Ma “ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio”.

Preghiamo.
Sono molti, oggi, gli uomini che piangono o che hanno fame,

sono molti i poveri e le vittime dell’ingiustizia.
O Dio, Padre nostro, accendi nella loro desolazione una scintilla della tua gioia
e insegnaci ad andare in loro aiuto, sull’esempio del tuo Figlio,
il Cristo Gesù, nostro Signore. Amen.

A tutti una buona e serena giornata!

padre Davide Sollami
Comunità di Arenzano (GE)

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