Caffè di mercoledì 14 settembre 2022

XXIV settimana del Tempo Ordinario.
Festa dell’esaltazione della Santa Croce.
di padre Roberto Fornara.

Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 14 settembre 2022.

Dal vangelo secondo Giovanni (3, 13-17).

In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: «Nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell’uomo che è disceso dal cielo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui».

Le parole del vangelo di oggi sembrano in contraddizione con altri detti di Gesù, che siamo abituati a sentire, come “chi si esalta sarà umiliato”. La contraddizione, però, è solo apparente: “Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo” non è sinonimo di esaltarsi o di farsi grande. Al contrario: essere innalzato (nella forma passiva) indica il lasciarsi crocifiggere, non rispondere al male con il male, essere disponibile al perdono verso i suoi uccisori, accettare lo spettacolo umiliante di una morte ingiusta e infamante, lasciarsi allontanare dalla madre e dai discepoli, privandosi così di una possibile carezza da parte di Maria o di una parola di conforto di Giovanni.

Risuona in tutta la sua forza come un imperativo categorico anche la necessità di questo innalzamento sulla croce: “bisogna” che sia innalzato il Figlio dell’uomo! Noi cerchiamo spesso, consapevoli o meno, di evitare la croce. Gesù invece ci ammonisce: “sforzatevi di entrare per la porta stretta!”. Non è evitando le difficoltà e le prove che troveremo la felicità. Anzi, la croce è precisamente il segno inequivocabile della nostra felicità, la garanzia che Dio Padre ha mandato il suo Figlio perché il mondo sia salvato e non per condannarlo. Siamo amati a tal punto, che il Figlio di Dio è disposto a morire in croce per noi: ecco il segreto della nostra felicità.

Nella nostra preghiera di oggi, portiamo nel cuore davanti a Dio Padre tutte quelle persone che vivono in modo drammatico l’esperienza della croce: una malattia difficile da accettare, gli orrori della guerra, la tentazione della disperazione o del suicidio, la solitudine, l’indigenza, le ingiustizie sociali e razziali… Portiamoli nella preghiera sollevando lo sguardo verso il Crocifisso, innalzato sul trono della croce, risorto e vincitore sul peccato e sulla morte.

Preghiamo.
Signore Gesù Cristo, che nell’Eucaristia
rinnovi il tuo mistero pasquale
e ci nutri alla mensa della tua parola e del tuo corpo,
fa’ che, redenti e rinnovati dal sacrificio della croce,
possiamo giungere alla gloria della risurrezione.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

La Parola che abbiamo ascoltato sia oggi la nostra gioia e luce sul nostro cammino.
A tutti l’augurio di una serena giornata!

padre Roberto Fornara
Comunità di Arenzano (GE)

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