XXVIII settimana del Tempo Ordinario.
di padre Stefano Molon.
Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 13 ottobre 2022.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11, 47-54).
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite.
Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».
Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.
Nel Vangelo di oggi Gesù, ancora in casa del fariseo che lo aveva invitato a pranzo, rimprovera i farisei e gli scribi, dicendo: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi”. Essi, infatti, innalzavano monumenti ai profeti e si ritenevano per questo più giusti dei loro padri, che invece li avevano uccisi. Ma in realtà è tutta una ipocrisia: al tempo di Gesù gli scribi veneravano i profeti perché erano ormai lontani nel tempo; se essi fossero vissuti nel presente, li avrebbero uccisi. La prova è che uccideranno anche Gesù, perché si presentava con l’autorevolezza del vero profeta di Dio.
Il profeta è sempre una persona scomoda, temibile, perché dice la verità che spesso vogliamo nascondere. La storia si ripete ogni volta: il profeta viene riconosciuto tale quando non c’è più. Quando ce lo troviamo davanti, infatti, lo ascoltiamo malvolentieri. Egli rovina i nostri progetti, ci fa sperimentare la distanza che ancora ci separa da Dio, ci rende tristi, perché se non fosse per le sue parole ci saremmo sentiti a posto.
Eppure abbiamo sempre bisogno di profeti, anche se riusciamo ad apprezzarli solo troppo tardi. Abbiamo bisogno di chi ci dica le cose in faccia, di chi riesca a troncare di netto quel velo di falso pudore che ci rende estranei alla verità. Abbiamo bisogno di chi ci faccia scoprire le nostre inconsistenze, i falsi idoli che ci costruiamo senza neanche accorgercene. E’ questa la grazia che vogliamo chiedere oggi al Signore Gesù: “Rendici capaci di riconoscere e accogliere i profeti che ci mandi per parlare al nostro cuore e condurci a te!”.
Preghiamo.
Ci preceda e ci accompagni sempre la tua grazia, o Signore,
perché, sorretti dal tuo paterno aiuto,
non ci stanchiamo mai di operare il bene.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.
A tutti voi auguro una giornata illuminata dalla Parola di Dio.
padre Stefano Molon
Comunità di Baoro (Rep. Centrafricana)

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