XXX settimana del Tempo Ordinario.
di fra Matteo Colzani.
Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 26 ottobre 2022.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 13, 22-30).
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
Pare che davvero certe volte le priorità di Dio siano molto diverse da quelle degli uomini, quelle che noi sceglieremmo spontaneamente. Non basta infatti essere a conoscenza di Gesù, del suo Vangelo, essere stati vicino a lui, per aver compreso chi lui è veramente e quali sono le esigenze della sua sequela. E quali sono queste esigenze, lo comprendiamo solo se guardiamo alle coordinate del suo cammino: egli è in cammino verso Gerusalemme, e lì offrirà la sua vita per la nostra salvezza, lì vivrà il suo dono di amore come sacrificio, e si donerà in sacrificio per nostro amore, porterà a compimento la nuova alleanza nella sua Pasqua.
È così che comprendiamo il significato di quel passaggio per la porta stretta. In tanti cercheranno di entrare nel regno dei cieli, ma il passaggio è possibile solo attraverso una strettoia, che è il farsi dono d’amore, nella verità e nell’umiltà. A Betlemme, per entrare nella basilica della Natività, si passa soltanto per una piccola porta, stretta e bassa, che conduce all’interno. È un esempio della vita cristiana, perché è la stessa via percorsa dal Verbo di Dio, nell’umiltà dell’Incarnazione. Ma essa conduce alla festa del Regno di Dio, la gioia senza fine.
Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno,
accresci in noi la fede, la speranza e la carità,
e perché possiamo ottenere ciò che prometti,
fa’ che amiamo ciò che comandi.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.
Una buona e santa giornata a tutti!
fra Matteo Colzani
Comunità di Torino

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