di padre Federico Trinchero
– Comunità di Bangui (Rep. Centrafricana) –
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Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 5 novembre 2022.
XXXI settimana del Tempo Ordinario.
Memoria di Santa Maria in sabato.
Beata Francesca d’Amboise, carmelitana.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 16, 9-15).
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza». I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole».
“Dimmi come spendi e ti dirò che cristiano sei!”. Potrebbe essere riassunto con questa semplice osservazione il senso del vangelo di oggi, che tocca la questione quanto mai attuale del rapporto dei discepoli di Gesù con il denaro. Tutti – a prescindere dal proprio conto in banca – siamo costretti a fare i conti con il nostro rapporto con il denaro. Gesù non si rivolgeva ai salotti buoni dell’alta finanza. Le sue parole sono per tutti, perché tutti noi (e non solo i farisei che si credevano giusti e deridevano Gesù) rischiamo di attaccarci al denaro, di subire il fascino del guadagno rapido e facile, di restare intrappolati nelle reti della ricerca spasmodica della ricchezza e nel bisogno compulsivo di beni sempre più costosi e alla moda.
Gesù pretende una scelta: o lui o il denaro, perché chi ama il denaro ne farà il suo idolo, si metterà inevitabilmente al suo servizio, ne sarà come schiavizzato, fino a disprezzare Dio e sfruttare il prossimo.
Gesù, però, non demonizza il denaro. Il gruppo degli apostoli, infatti, aveva una cassa comune con cui sostenersi. Ma cosa chiede allora Gesù, per chi comunque deve lavorare per potersi guadagnare il pane da mangiare? Gesù chiede sobrietà, abbandono alla Provvidenza, ma anche onestà, laboriosità, fedeltà nei piccoli o grandi doveri della vita. E soprattutto Gesù chiede la condivisione con chi ha meno, e la ricerca del bene più importante, cioè il Paradiso.
Una storiella tra santi – quasi una barzelletta – racconta che San Giuseppe Cottolengo, per distaccarsi dal denaro, arrivasse a gettare grandi somme dalla finestra della sua abitazione. Il caso vuole che, in quel preciso momento, passasse Don Bosco con il cappello tra le mani, pronto a raccogliere quanto la Provvidenza gli offriva per poter realizzare le sue opere a beneficio di tanti giovani.
In tempi più recenti, pare che un giorno un giornalista abbia posto la fatidica domanda al Cardinal Giacomo Biffi: “Eminenza, non le pare che la Chiesa sia troppo ricca?”. Il Cardinale, senza scomporsi più di tanto e senza arrampicarsi sugli specchi, ma con quell’anticonformismo che gli era così abituale, rispose non solo al giornalista impertinente che pensava di metterlo in difficoltà, ma anche a tanti benpensanti dal portafoglio pieno: “La Chiesa deve essere ricca. Sono i cristiani che devono essere poveri”.
Preghiamo.
Dio onnipotente e misericordioso,
tu solo puoi dare ai tuoi fedeli
il dono di servirti in modo lodevole e degno;
fa’ che camminiamo senza ostacoli
verso i beni da te promessi.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.
Buona giornata a tutti!
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