Caffè di venerdì 11 novembre 2022

di padre Michele Goegan
– Comunità di Genova –

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Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 11 novembre 2022.

XXXII settimana del Tempo Ordinario.
Memoria di San Martino di Tours, vescovo.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17, 26-37).

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti.
Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot.
Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.
Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata».
Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».

Siamo pronti a quello che il Signore ha preparato per noi, così pronti da rimanere al nostro posto a fare quello che stiamo facendo?

San Domenico Savio, alla domanda su cosa avrebbe fatto se fosse morto in quel momento, rispose che avrebbe continuato a giocare, perché quello era il suo posto in quel momento. San Martino, sentendo la sua ora arrivare ma vedendo le necessità della Chiesa, non si tirò indietro ma sentendo che forse il lo stava chiamando, si rimise alla sua volontà, se rimanere per l’utilità della Chiesa, o morire per andare presso Dio. Così san Paolo e tutti i santi.

Se siamo poveri in spirito, per cui liberi, allora non avremo da temere la venuta del Signore.

Se invece siamo ricchi e attaccati alle cose, per cui schiavi, allora avremo paura dello stravolgimento che il Signore porterà, sentendoci indispensabili in questo mondo, pensando che il mondo sia il fine della nostra esistenza e non un mezzo per elevarci a Dio.

Dobbiamo anticipare la condizione del Cielo qui in terra, per riuscire a fare un passaggio indolore. E’ un invito a essere veri cristiani, in modo che quando arriva la loro ora, devono solo cambiare il loro modo di essere con Dio: qui in terra lavorando per la sua gloria, e lassù lodando in eterno.

Mettiamoci a fare quello che dobbiamo nel miglior modo possibile, e saremo sempre pronti all’incontro che attendiamo da una vita. Mangiamo, beviamo, compriamo, vendiamo, piantiamo, costruiamo, prendiamo moglie o marito, ma con Dio nel cuore e non soltanto secondo la logica del mondo.

Preghiamo.
O Dio, che hai fatto risplendere la tua gloria
nella vita e nella morte del santo vescovo Martino,
rinnova nei nostri cuori le meraviglie della tua grazia,
perché né morte né vita ci possano separare dal tuo amore.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.

Una buona e santa giornata a tutti voi!

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