di fra Claudio Grana
– Comunità di Bocca di Magra (SP) –
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Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 19 novembre 2022.
XXXIII settimana del Tempo Ordinario.
San Raffele Kalinowski, carmelitano.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 20, 27-40).
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.
Il Vangelo di oggi tocca due grandi temi: da una parte il legame dell’amore familiare, dall’altra la risurrezione e la vita eterna. In realtà il primo tema -il matrimonio- è usato come pretesto, come indovinello un po’ stravagante, da parte di persone che non credevano nella risurrezione, per mettere in difficoltà Gesù. Il secondo tema -la risurrezione- è il centro della discussione, sul quale raccogliamo l’insegnamento del Signore, che comunque va ad illuminare entrambi gli aspetti. Anche se non possiamo comprendere fino in fondo come sarà la vita futura dopo la morte, le parole di Gesù ci illuminano a riguardo.
Gesù ci dice che il legame tra moglie e marito, in cielo verrà superato da un altro legame famigliare più importante, che è quello tra Dio e i suoi figli. Siamo figli amati da Dio: questo è il nostro destino, questa è già la nostra condizione sulla terra: tutti i legami di amore e di affetto ricevono luce e valore da questo primo e fondamentale amore di Dio: come figli di Dio accogliamo una vocazione, una famiglia, degli affetti; come figli di Dio ci ritroveremo tutti in maniera nuova e più profonda insieme a lui.
Gesù sottolinea ancora questo amore che precede tutto quando dice: Dio è il Dio dei vivi, tutti vivono per lui. Tra l’altro, come i suoi interlocutori, cita Mosè, non solo per confutare il loro ragionamento, ma per far capire che l’annuncio della vita eterna, per chi è attento e in ricerca, è già presente nell’Antico testamento… e noi potremmo aggiungere: è già nel profondo desiderio di vita e di significato che c’è in ogni uomo.
L’insegnamento di oggi è questo: l’amore di Dio cambia le prospettive su tutti i valori della vita, anche i più importanti, e ci dà le giuste proporzioni. Viviamo da figli di Dio, da figli amati; tutto il resto ne riceverà nuovo valore, e anche le difficoltà e le contraddizioni della vita potranno essere vissute nella pace di chi ha Dio con sé, e perciò non manca di nulla. Viviamo la vita come un pellegrinaggio verso il cielo, in cui Dio è il cammino, la meta, il compagno di viaggio.
Preghiamo.
Il tuo aiuto, Signore Dio nostro,
ci renda sempre lieti nel tuo servizio,
perché solo nella dedizione a te, fonte di ogni bene,
possiamo avere felicità piena e duratura.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.
Una buona e santa giornata a tutti!
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