di fra Matteo Colzani
– Comunità di Torino –
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Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 18 gennaio 2023.
II settimana del Tempo Ordinario.
Inizia l’Ottavario di preghiera per l’unità dei Cristiani.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 3, 1-6).
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.
Sono due i sentimenti che albergano nel cuore di Gesù davanti alla durezza di cuore dei farisei: l’indignazione e la tristezza. Certamente Egli è indignato perché di tutto quello che avviene nel segno prodigioso della guarigione di un uomo sofferente ad essi interessa soltanto, in modo cinico e pragmatico, ottenere un capo d’accusa contro Gesù, al fine di farlo morire.la malattia e il disagio dell’uomo dalla mano paralizzata non suscita il minimo interesse. Ma il sentimento ancora più profondo che l’evangelista Marco registra, è la tristezza. Il cuore umano del Figlio di Dio non può che essere triste perché al Padre è preclusa la strada per raggiungere i suoi figli. Essi si ostinano a rimanere lontani da lui, facendo della sua legge una ragione di orgoglio e superbia personale, ostacolando così l’opera di salvezza.
Nonostante tutto, però, Gesù procede, nella sua obbedienza alla volontà del Padre, a compiere il miracolo, come segno che rimane per tutti, sia per coloro che vogliono credere, sia per coloro che si rifiutano di accoglierlo. A costo di dare occasione di essere accusato. I due mondi non si incontrano.
Il Signore, non cessa mai di usarci misericordia, fino all’ultimo dei nostri giorni, fino a che ogni aspetto della nostra esistenza non sia convertito e abitato dalla sua presenza. Siamo solo noi che con le nostre chiusure e il nostro orgoglio possiamo ostacolare questo incontro e questa opera risanatrice della Sua Grazia, restando vittime del nostro peccato. Ci sia dato di incontrare ogni giorno lo sguardo di Dio che ci risana, e fa della nostra miseria un’opera di salvezza.
Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno,
che governi il cielo e la terra,
ascolta con bontà le preghiere del tuo popolo
e dona ai nostri giorni la tua pace.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.
Una buona e santa giornata a tutti!
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