Caffè di lunedì 20 febbraio 2023

di padre Federico Trinchero
– Comunità di Bangui (Rep. Centrafricana) –

***

Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 20 febbraio 2023.

VII settimana del Tempo Ordinario.

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 9, 14-29).

In quel tempo, [Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni, scesero dal monte] e arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro. E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono. Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!». Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». Gridando, e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi. Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera».

Quello appena ascoltato è un racconto particolarmente vivace e ricco di dettagli. Le convulsioni del ragazzo indemoniato e la sofferenza del padre sono descritte a tinte forti e con toni accorati. Gesù perde quasi la pazienza e addirittura non nasconde la sua difficoltà a vivere con noi, increduli e testoni.  E poi troviamo la folla e i tre discepoli in attesa di un gesto, di una parola, di un miracolo da parte di Gesù.

Gesù non è stanco di noi. Ha una voglia matta di restare con noi e, soprattutto, di salvarci, di liberarci dal demonio che ci tormenta e ci tiene prigionieri. “Se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi, aiutaci!”, sono le parole della supplica disperata e insistente del padre del ragazzo. “Mannaggia se posso! Certo che lo voglio e ne sono capace! Per questo sono venuto!”, possiamo parafrasare così la risposta, quasi stizzita, di Gesù.

Gesù fa il miracolo e scaccia lo spirito impuro, ma chiede due cose. Innanzitutto la fede, al padre del ragazzo prima dell’esorcismo. E poi la preghiera, ai discepoli impotenti e scoraggiati davanti alla forza del demonio e incapaci di fare il miracolo.

Fede significa credere che solo Gesù può salvarmi dalla morte, solo Gesù è più forte del diavolo, solo Gesù mi libera dal peccato. Preghiera significa che là dove non posso e non ce la faccio ad arrivare io, arriva il Signore con la sua forza. È lui che fa il miracolo, non noi.

Preghiamo.
(preghiera di Sant’Antonio di Padova contro il diavolo)
Ecco la croce del Signore.
Fuggite, o nemici.
Ha vinto il Leone della tribù di Giuda,
il Germoglio di Davide. Alleluia!

Buona giornata a tutti!

***

Ricevi ogni mattina il testo del Caffè sulla tua email:

***

Visita i nostri siti:

***

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: