di padre Federico Trinchero
– Comunità di Bangui (Rep. Centrafricana) –
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Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 2 marzo 2023.
I settimana del Tempo di Quaresima.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 7, 7-12).
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».
Chiedere, cercare, bussare sono tre azioni che compiamo abitualmente ogni giorno e senza pensarci. Non è però scontato e assicurato che le nostre richieste siano esaudite e che ottengano sempre il risultato sperato, che le nostre ricerche ci permettano di stringere tra le mani ciò che desideravamo e che le porte alle quali abbiamo bussato si spalanchino e ci accolgano là dove speravamo di entrare. Anzi, molto spesso facciamo l’esperienza frustrante di non avere neppure la gentilezza di una risposta, la delusione di non trovare ciò che cercavamo e ardentemente desideravamo, l’umiliazione di una porta chiusa sul muso e di una strada che improvvisamente troviamo sbarrata.
Le parole di Gesù sembrano quindi assurde, quasi una presa in giro: davvero chiunque chiede, riceve, chi cerca, poi, trova e a chi bussa, alla fine sa sarà aperto? Non capita molto più spesso il contrario? Se abbiamo di questi interrogativi e tali pensieri, allora abbiamo la prova che non viviamo ancora secondo il Vangelo, ma secondo gli uomini, che non ragioniamo evangelicamente – cioè come ragionava Gesù –, ma mondanamente – cioè come ragionano gli uomini, anche se uomini e donne con un comportamento apparentemente religioso.
Dio non è un distributore di miracoli, non ci soddisfa immediatamente ad ogni nostro cenno di richiesta. Dio sa ciò che di cui abbiamo bisogno, ancora prima che glielo manifestiamo. Dio sa ciò che ci fa bene, anche se non è detto che la nostra richiesta o il bene desiderato coincida a ciò che Dio pensa sia bene per noi. Dio sa quando è il momento di esaudire la nostra preghiera e quando invece essa non è diretta bene oppure non è arrivato ancora il momento opportuno. Dio è buono e sa che noi siamo tendenzialmente cattivi. Ma, nonostante questo difetto di fabbricazione che ci portiamo dalla nascita, siamo capaci di dare la cosa buona, la cosa giusta a chi ce ne fa richiesta. Dio, invece, che è buono per essenza e da sempre, sa dare solo cose buone… anche se a volte possono sembrare, a noi cattivi, medicine amare da ingoiare.
Dio, infine, ci chiede di fare e dare agli altri ciò che vorremmo fosse fatto e dato a noi stessi. È il minino sindacale della carità fraterna, la condizione imprescindibile per una convivenza pacifica. Ma Dio chiede altrettanto a noi nei suoi confronti. Siamo capaci di esaudire le sue richieste, di farci trovare quando lui ci cerca, di aprirgli quando discretamente e insistentemente bussa alla nostra porta? Spesso pretendiamo da Dio molte cose, ma siamo incapaci di dare a Dio ciò che, a buon diritto, pretende da noi.
Preghiamo.
(da una preghiera di Sant’Agostino)
Signore, ogni mia speranza
è posta nell’immensa grandezza
della tua misericordia.
Da’ ciò che comandi
e comanda ciò che vuoi. Amen.
Buona giornata a tutti!
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