di fra Francesco Palmieri
– Comunità di Genova –
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Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 3 marzo 2023.
I settimana del Tempo di Quaresima.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 20-26).
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
Il brano del Vangelo di oggi fa parte del denso discorso tenuto da Gesù sul monte e rivolto ai suoi discepoli. Come Mosè ricevette da Dio sul Sinai le tavole della legge, così ora essi ricevono da Gesù il suo insegnamento, che non cancella nulla della legge antica, ma la porta a compimento.
In questo passo, in particolare, si fa riferimento al divieto di uccidere. Nella prospettiva di Gesù, tale precetto si estende al rapporto con il fratello in generale, per cui l’assassinio non si limita più soltanto al “far fuori” qualcuno: si può infatti “uccidere” chi si ha a fianco anche solo con un gesto o con una parola. La carità rende presente nelle relazioni Cristo stesso, e laddove essa manca viene meno anche la verità, e lentamente si insinua la morte del cuore.
La Geenna all’epoca era l’immondezzaio di Gerusalemme, il luogo fuori dalle mura dove venivano gettati i rifiuti. Gesù nomina questo posto non per mettere in atto una minaccia, bensì per constatare una realtà: cioè che chi si ostina ad affermare se stesso a discapito del prossimo non fa altro che buttare via la propria vita.
Al contrario, Cristo sul monte, offrendo ai propri discepoli il proprio insegnamento, dona se stesso, li ammaestra alla carità, perché anch’essi a loro volta possano spezzare al popolo questo pane di sapienza. Al culmine della sua missione terrena, su ben altro monte, innalzato sulla croce, Gesù concluderà questo suo discorso offrendo a ciascuno di noi se stesso, donandoci la vita vera e la possibilità di diventare figli di Dio.
Preghiamo.
Concedi, o Signore, alla tua Chiesa
di prepararsi interiormente alla celebrazione della Pasqua,
perché il comune impegno nella mortificazione corporale
porti a tutti noi un vero rinnovamento dello spirito.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.
Buona giornata a tutti voi!
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