Caffè di domenica 30 aprile 2023

di padre Federico Trinchero
– Comunità di Bangui (Rep. Centrafricana) –

***

Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 30 aprile 2023.

IV domenica del Tempo di Pasqua.
Giornata mondiale delle vocazioni.

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 10, 1-10)

In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

Prima ancora di proclamarsi come il buon pastore, Gesù si autodefinisce per ben due volte la porta delle pecore. E se lui è al tempo stesso la porta e il pastore, noi dobbiamo convincerci di essere soltanto delle pecore obbedienti.

Le porte, tutti lo sanno, servono per entrare e per uscire. E attraversando la porta che è Gesù, dove entriamo e dove usciamo? Entriamo nella Chiesa e usciamo in Paradiso. Gesù è una porta che ci permette di entrare nel recinto della Chiesa, che non è un club esclusivo per pochi privilegiati, ma il luogo dove siamo entrati proclamando la nostre fede, ricevendo l’acqua del Battesimo e partecipando alla mensa dell’Eucaristia. E dove ci siamo uniti ad altre pecore, il gregge del popolo di Dio, guidati e nutriti, si spera, da buoni pastori e non da ladri e briganti.

La Chiesa è un luogo sicuro dove crescere nella fede, essere nutriti dai sacramenti, istruiti dalla Parola di Dio, ma un luogo di passaggio. Gesù viene infatti a chiamarci, per spingerci fuori e poi mettersi davanti a noi – per indicarci la strada, spianarci il cammino, proteggerci da estranei e mercenari – e condurci ai pascoli della vita eterna, della vita in abbondanza, del Paradiso.

Gesù è una porta stretta che non accetta concorrenti, false copie o facili alternative. Cercare accesso attraverso porte che non sono lui, tentare di entrare da altre finestre o arrampicarsi dal balcone significa condannarsi con le proprie mani, affidare la propria vita a gente estranea che promette vita, ma in realtà vuole rubarcela, distruggerci e ucciderci.

C’è, infine, una sola chiave che apre la porta che è Gesù: la sua voce, la sua Parola. Per chi ascolta la sua Parola, per chi – potremmo dire – si abitua alla sua voce, Gesù non è più un estraneo, ma un amico che conosciamo e che, soprattutto, ci conosce e ci porta in Paradiso.

Preghiamo.
(dal salmo 22)
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia, mi guida per il giusto cammino a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo; il mio calice trabocca.
Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore per lunghi giorni. Amen.

Buona domenica a tutti!

***

Ricevi ogni mattina il testo del Caffè sulla tua email:

***

Visita i nostri siti:

***

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: